sabato, Luglio 26, 2025
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Crac da 4,5 milioni per l’albergo della storica sede del ritiro della Lazio: nei guai un napoletano

Un crac da 4,5 milioni di euro e quattro persone denunciate: è l’esito di una complessa indagine della Guardia di Finanza di Belluno, che ha fatto luce sul fallimento, dichiarato nel 2022, di un noto albergo di Auronzo di Cadore, dal 2008 allo scorso anno sede del ritiro estivo della Lazio

Le accuse, mosse a vario titolo nei confronti degli indagati, sono gravi: bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e documentale. Secondo gli inquirenti, dietro il dissesto della struttura alberghiera ci sarebbe un piano studiato e attuato con meticolosità, volto a spogliare la società delle proprie risorse e a trasferirle illecitamente a soggetti terzi, in particolare alla società controllante, una realtà napoletana già fallita nel 2012.

Al centro della vicenda figura l’amministratore della società fallita, accusato di aver erogato, in più tranche nel 2010, circa 800 mila euro alla società madre, senza alcuna delibera assembleare, senza motivazioni economiche valide e in assenza di riserve legali. Denaro che, secondo le indagini, è uscito dalle casse aziendali senza possibilità di ritorno, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria dell’albergo.

Ma non è tutto. Una delle operazioni più gravi contestate riguarda l’utilizzo di fatture gonfiate per oltre 1,6 milioni di euro, emesse per lavori di ristrutturazione mai eseguiti per l’intero importo. I lavori reali ammonterebbero infatti a soli 300 mila euro, ma furono interamente finanziati da un istituto di credito, tratto in inganno dall’apparente regolarità della documentazione.

Nel corso degli accertamenti, i militari delle Fiamme Gialle hanno ricostruito una rete di movimentazioni finanziarie opache e operazioni simulate, tra cui il rimborso illecito di un finanziamento di 250 mila euro alla società napoletana e l’utilizzo personale di oltre 130 mila euro per spese di lusso: viaggi, cene, soggiorni e perfino centri estetici.

Il quadro si completa con la cessione sospetta di una porzione immobiliare del complesso alberghiero, del valore stimato di oltre 500 mila euro, venduta a un cittadino campano in circostanze giudicate anomale, tale da configurare l’ipotesi di bancarotta preferenziale.

Le indagini hanno inoltre portato al coinvolgimento di altri due soggetti, un uomo di Napoli e uno di Roma, accusati di aver contribuito all’occultamento della documentazione contabile, rinvenuta solo a seguito di una perquisizione.

L’inchiesta prosegue sotto la direzione della Procura della Repubblica, mentre i riflettori tornano a puntarsi su uno dei casi più eclatanti di mala gestione societaria della provincia. Il crac non solo ha provocato danni economici ingenti, ma rischia di lasciare un’ombra pesante anche sul tessuto imprenditoriale del territorio.

Redazione Internapoli
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