Home Cronaca Cure negate all’affiliato del clan camorra, scatta la protesta in carcere

Cure negate all’affiliato del clan camorra, scatta la protesta in carcere

Cure negate all'affiliato del clan camorra, scatta la protesta in carcere
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Lunedì è scattata la protesta nel carcere di Marassi dove circa 50 detenuti, reclusi nel circuito alta sicurezza, hanno sbattuto con stoviglie e pentole sulle grate delle celle dalle 23,30 per più di un’ora. Secondo le prime informazioni, riportate da GenovaToday, la protesta sarebbe partita dalla presunta mancata assistenza sanitaria a un detenuto proveniente dal carcere di Secondigliano appartenente a un clan camorristico e assegnato a Marassi per cure.

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La situazione è stata tenuta sotto controllo dal personale di polizia penitenziaria, ma Fabio Pagani, segretario regionale della Uil Pa Penitenziari ha denunciato: “La situazione di Marassi non può definirsi ottimale, nemmeno normale. Rispetto alla capienza regolamentare di 456 detenuti, sono ristretti circa 700 detenuti. Credo di poter collocare il sistema penitenziario ligure tra i punti di caduta più evidenti del disastrato panorama nazionale. In questo momento così drammatico per l’intero universo penitenziario piuttosto che motivare il personale offrendo comprensione e disponibilità, persino con le classiche ‘pacche sulle spalle’, si afferma un modello di gestione autoritario che deprime, offende e indigna“.

Pagani è tornato a denunciare la mancanza di organico, il sovraffollamento nelle carceri e le criticità dell’assistenza sanitaria, questioni affrontate anche dal Presidente della Repubblica Mattarella: “Da tempo – continua Pagani – chiediamo inascoltati al Ministro della Giustizia Carlo Nordio e alla premier Giorgia Meloni di aprire un tavolo di confronto. Ora auspichiamo che vogliano ascoltare il Capo dello Stato”.

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