Lunedì 18 agosto nella chiesa di San Francesco di Paola di piazza del Plebiscito ci sarà l’ultimo saluto a Michele Luca Noschese, alias Dj Godzi, morto a Ibiza con le cause ancora in via di definizione. Nella giornata di ieri si è svolta la autopsia sul corpo del 35enne nell’obitorio del Verano a Roma, richiesta dalla famiglia di Dj Godzi che ha anche nominato un perito di parte. A disporla, il pm Francesco Basentini che ha anche aperto fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di omicidio preterintenzionale.
Sotto la lente d’ingrandimento l’intervento della Guardia Civil spagnola allertata perché, come emerso sin qui, Noschese sarebbe andato in escandescenze per presunto uso di droghe aggredendo un vicino di casa con cui peraltro aveva sempre avuto rapporti cordiali. Secondo un amico di Michele (Raffaele Rocco), proprio a seguito del tentativo dei poliziotti spagnoli Godzi sarebbe deceduto. Sotto la lente di ingrandimento dei periti, una presunta pressione con un ginocchio esercitata sulla schiena e su un gluteo del Dj. Diversa la versione delle autorità, che invece hanno sottolineato come l’assunzione di sostanze sarebbe la reale causa della morte dell’uomo.
«C’è qualcosa che sicuramente va appurata con grande attenzione – le parole del dottor Giuseppe Noschese, papà di Dj Godzi – È stata fatta una autopsia, tra l’altro di ufficio e senza il mio perito di parte ed è stata fatta il lunedì mattina».
Il dottor Noschese aggiunge anche di continuare «a nella forza delle Istituzioni, unico presidio autentico di giustizia per i cittadini. In esse risiedono l’equilibrio, il rispetto della legalità e la possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti nel pieno rispetto della verità. n questa dolorosa vicenda che coinvolge me e la mia famiglia, continuo ad affidarmi con fiducia alla Magistratura ed alle Istituzioni tutte, certo che sapranno fare luce con rigore e imparzialità».