Un diretto collegamento tra le ‘ndrine calabresi e la camorra del sistema di Caivano. Il retroscena emerge dall’inchiesta dal blitz che ha portato all’arresto di 50 misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione a fine di spaccio di droga, aggravati dalla finalità di agevolare il clan Angelino-Gallo, egemone nella zona.
Oltre 20 piazze di spaccio
Le indagini riguardano reati compiuti tra il 2019 e il 2020. Il gruppo si occupava dell’approvvigionamento all’ingrosso di vari tipi di droga e di fissare tempi, luoghi, modalità di trasporto, custodia e vendita degli stupefacenti che distribuiva a oltre 20 piazze di spaccio a Caivano i cui gestori avevano l’obbligo di rifornirsi dalla cosca. Per questo monopolio, il clan ha imposto i prezzi di ogni tipo di sostanza, deciso le quantità e le piazze di destinazione dei tipi di droghe. I guadagni mensili stimati supererebbero il 500 mila euro in media. Tra i canali di approvvigionamento utilizzati emerge il contatto con diverse ‘ndrine calabresi, in particolare per l’acquisto di cocaina.
A capo dell’organizzazione criminale i boss Angelino Antonio detto “Tibiuccio” e Gallo Massimo detto o’ Chiattone, divenuto egemone sul territorio di Caivano, subentrando al pregresso Clan Sautto-Ciccarelli, decapitato dagli arresti dei vertici avvenuti nel periodo intercorso da novembre 2019 a febbraio 2020.
A curare i rapporti con i calabresi sarebbe stato proproi Massimo Gallo il quale secondo i magistrati curava le operazioni di approvvigionamento, di trasporto e transazione,mentre altri sodali si occupavano di fornitori, trasporto e detenzione della sostanza stupefacente.
Ad esempio in un affare acquistarono “30 cosi” (trenta pacchi) acquistati da soggetti calabresi al prezzo di euro 28.000,00, al fine di cederla a terzi.