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Napoli. Pistole, fucili e kalashnikov nel covo dei Sequino: patto per la droga con la ‘ndrangheta

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L’attività investigativa che ha portato all’arresto, nel Rione Sanità, di Napoli, di una trentina di presunti affiliati al clan Sequino, ha consentito anche di sequestrare 630 grammi di amnesia e un vero e proprio arsenale costituito da un kalashnikov, 5 pistole, 1 mitragliatrice e 3 fucili. Sequestrato anche un cospicuo munizionamento e un distintivo falso di riconoscimento della Guardia di Finanza. Droga e armi sono state trovate nella roccaforte del clan Sequino.
Durante le indagini sono state anche arrestate in flagranza di reato quattro persone, a cui sono stati sequestrati circa 1,3 kg di cocaina. In quest’occasione gli investigatori sono riusciti a provare che, in alcuni casi, l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avveniva in Calabria, direttamente dal clan Strangio della Ndrangheta di San Luca in provincia di Reggio Calabria.
E’ la nuova frontiera delle estorsioni che i carabinieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, hanno scoperto nel corso delle indagini che hanno consentito di sgominare il clan della Sanità. Gli altri due ai quali è contestato il tentato omicidio di Giovanni Sequino sono Patrizio Vastarella e suo figlio Antonio.
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