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Due morti a Qualiano ma in Comune si fa festa. Insorge l’opposizione, il sindaco respinge le polemiche

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 È polemica in città per le due feste teatrali tenutesi questa mattina dinanzi al Comune nel giorno susseguente la tragica morte dei coniugi di via Palizzi, Domenico Ciancio e Rosaria Carandente, asfissiati in casa dal monossido di carbonio. Cittadini e parte delle opposizioni hanno criticato la scelta del primo cittadino di non rinviare l’evento. «Sarebbe stato un gesto di buon senso rinviare l’iniziativa. Non annullarla, ma indicare un’altra data» afferma Sabatino Franzese, consigliere d’opposizione con Fratelli d’Italia. 

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«Domenico Ciancio – aggiunge l’esponente della minoranza – era nato e cresciuto a 30 metri da piazza del Popolo, sede del Comune, e aveva portato lustro al calcio locale per la sua militanza in alcune squadre e in tutte le categorie. A maggior ragione, anche perché è un caso di levatura nazionale, il sindaco doveva disporre che le feste si tenessero in un altro momento. Anche tanti cittadini mi stanno scrivendo da questa mattina la stessa cosa». Franzese, così come il resto dell’opposizione, propone il lutto cittadino per i funerali di Domenico Ciancio e Rosaria Carandente che saranno celebrati i prossimi giorni dopo gli esami autoptici sulle due salme. Tanti i commenti a sostegno della tesi del consigliere comunale. Maurizio dice: «Hanno rinviato altre volte iniziative per pioggia, potevano farlo anche questa volta a maggior ragione». Ma c’è chi come Ernesto vuole mettere a «da parte le polemiche e le critiche comunali e diamo supporto ai due figli che ne hanno bisogno». Filippo è duro: «Vergogna, il sindaco non ha rispetto per i morti e neanche per i vivi». Stefania ricorda: «Settimane fa è stato rinviato l’open day al rione Principe per la morte di una collaboratrice scolastica. Perché non lo si doveva fare anche questa volta per Mimmo e Rosaria?»

Ma il sindaco Ludovico De Luca tenta di spegnere le parole con un laconico commento. «Mi rifiuto di commentare. I morti devono essere lasciati in pace. Ognuno, poi, è libero di agire come vuole».

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