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“Fa troppo rumore”, studio legale fa ricorso per far chiudere il Conservatorio

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Il Conservatorio fa troppo rumore, disturba il vicinato. Perciò il Comune di Parma ha chiesto la sospensione delle lezioni dopo che tre studi legali che affacciano nella stessa via dove sorge l’istituto musicale parmigiano hanno fatto ricorso.

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La didattica per ora è salva ma è uno stop temporaneo: le lezioni di musica rischiano di finire per sempre, dopo oltre 200 anni. Il Conservatorio di Parma è considerato uno dei maggiori istituti di formazione musicale d’Europa: è in attività dal 1888, ha 135 insegnanti e all’incirca un migliaio di studenti, molti dei quali stranieri proprio in virtù della sua fama internazionale. Una brusca interruzione delle attività avrebbe causato grossi problemi all’istituto, dove si svolgono corsi di laurea, master e corsi Erasmus in collaborazione con altre università.

La vicenda ha avuto inizio quando gli studi legali si sono rivolti all’Arpa (agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente). L’agenzia, oltre ad occuparsi dell’inquinamento atmosferico, si interessa anche dell’inquinamento acustico. I tecnici, nei loro rilievi, hanno registrato che in quell’area i decibel sforavano il livello consentito. E che, quindi le note musicali, come le polveri sottili, dovevano “diminuire”. Il Conservatorio ha cercato di difendersi dicendo che tali rilievi erano stati eseguiti durante il Covid. E all’epoca le esecuzioni musicali erano effettuate con le finestre aperte per permettere il ricircolo dell’aria, quindi la musica si diffondeva più forte. Inoltre, proprio a fronte della denuncia, il direttore del Conservatorio, Marco Ferretti, ha annunciato una serie di interventi per l’insonorizzazione delle aule. Progetto che, tuttavia, verrà ultimato nel corso di alcuni mesi.

Provvedimenti e giustificazioni, però, non sono comunque valse a molto. L’assessorato all’Ambiente della città ducale ha firmato un provvedimento di sospensione delle lezioni. Il Conservatorio Arrigo Boito ha fatto ricorso al Tar che ha sospeso la decisione del Comune. Bloccare le lezioni significa mandare all’aria l’intero anno scolastico.

Chi vive  tutti i giorni tra piazzale Boito e strada Conservatorio commenta la situazione con incredulità, stupore ma anche con provocazione: “È come se chi abita vicino alla stazione andasse a chiedere di fermare i treni perché fanno rumore. Assurdo”. O ancora: “Si chiama strada al Conservatorio, dobbiamo cambiare il nome in strada degli avvocati?“. “È un’istituzione presente da 200 anni e credo che la richiesta di fermare le attività sia assolutamente fuori luogo“, commenta un cittadino. “La musica che si sente passeggiando in strada è il bello di queste vie. Non possiamo parlare di semplici rumori che possono dare fastidio“, aggiunge un altro.

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