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venerdì, Luglio 4, 2025
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Ferrari e Lamborghini con frode: c’è una concessionaria a Napoli

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Ferrari e Lamborghini con frode: c’è una concessionaria a Napoli. I finanzieri della Compagnia di Cerignola hanno eseguito 13 misure cautelari reali di sequestro preventivo, anche per equivalente, nei confronti degli amministratori di concessionarie coinvolte nella presunta importazione illecita e nella commercializzazione nel territorio nazionale di autovetture provenienti dall’estero.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno preso avvio a seguito di un controllo fiscale nei confronti di una società cerignolana che ha portato alla luce una presunta maxi frode fiscale per oltre 15 milioni di euro.

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L’attività investigativa, eseguita anche mediante acquisizione presso organi collaterali esteri ed analisi della documentazione inerente all’importazione e alla vendita di oltre 300 tra Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi, BMW, Mercedes, ha permesso di disarticolare il presunto sistema fraudolento posto in essere dal titolare di una società cerignolana e di numerose concessionarie dislocate tra Bari, Barletta, Ascoli Piceno, Ancona, Napoli, Salerno, Rimini, Fermo e Teramo.

Frode da oltre 4 milioni di euro

Attraverso fatture per operazioni inesistenti, firme false sulla documentazione utilizzata per le richieste di immatricolazione e attestazioni contraffatte, gli organizzatori della presunta frode avrebbero sottratto I.V.A. per oltre 4,5 milioni di euro commercializzando gli autoveicoli ad un prezzo non concorrenziale, inferiore a quello di mercato.

In particolare, la società cerignolana (missing trader) si sarebbe prestata quale soggetto preposto esclusivamente alla intestazione delle fatture di acquisto provenienti da altri Paesi europei ed alla conseguente emissione di altrettante fatture in favore delle concessionarie italiane (interponenti) determinando, così, lo spostamento dell’intero debito IVA a proprio carico e sottraendosi completamente agli obblighi di versamento delle imposte.

Il sistema della frode

Tale sistema ha seguito due distinti schemi di frode presunta: il primo realizzato mediante la falsificazione delle fatture originali su cui è stata apposta la dicitura di acquisto del bene con il “regime del margine” (nell’ambito della cessione delle autovetture, le operazioni soggette al regime del margine, di cui all’art. 37 c. 2 del D.L. 41/1995, sono esentate dal pagamento dell’IVA); il secondo, invece, è stato attuato attraverso la presentazione presso le Motorizzazioni Civili di falsa documentazione attestante la provenienza degli autoveicoli dalla Repubblica di San Marino e l’avvenuto assolvimento degli obblighi tributari da parte di una società sanmarinese inesistente.

Tale apparato simulatorio avrebbe consentito alle concessionarie – primi acquirenti de facto – di eludere la normativa fiscale in materia di scambi comunitari che prevede l’assoggettabilità dell’imposta nel paese di destinazione della merce.

L’operazione ha permesso, nel complesso, di denunciare all’Autorità Giudiziaria 33 persone, tra cui 22 rappresentanti legali di autoconcessionarie, per reati tributari e falso in atti pubblici.

 

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