La cosca Greco di Cariati faceva affari anche lontano dalla Calabria. In Germania l’organizzazione aveva preso di mira i negozi aperti dagli imprenditori italiani. “Ascolta tuo fratello. Domani ti mando 10 casse di mandarini”, diceva intercettato uno degli indagati a un ristoratore.
Il giudice di pace di Napoli al matrimonio della figlia del boss
Ma agli ordini della cosca, hanno ricostruito le indagini, c’erano anche avvocati e dipendenti comunali. Pronti a falsificare documenti per intestare a un prestanome un lido balneare, o una qualche altra attività. Persino un giudice di pace di Napoli, ospite d’onore al matrimonio della figlia del boss Giorgio Greco come scrive RaiNews.
Dunque ci sono anche alcuni avvocati e commercialisti tra le venti persone coinvolte in Italia nell’operazione contro la ‘ndrangheta eseguita dalle Polizie italiana e tedesca sotto le direttive delle Procure di Catanzaro e Stoccarda, con l’esecuzione, complessivamente, di 29 arresti.
I professionisti a carico dei quali sono state eseguite misure cautelari si sarebbero resi responsabili di attività di supporto in favore di affilati alla ‘ndrangheta. Le cosche sulle attività delle quali l’operazione ha fatto luce sono, in particolare, quella dei Greco di Cariati e dei Farao-Marincola di Cirò Marina.
Il blitz contro la ndrangheta
Ieri a Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO) di Catanzaro e la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, supportati in fase esecutiva da personale delle Squadre Mobili di Cosenza, Modena, Parma, Ferrara e Grosseto e delle S.I.S.C.O. di Bologna e Firenze, di pattuglie dei Reparti Prevenzione Crimine “Calabria Settentrionale – Meridionale e Centrale” e di due unità cinofile antidroga, ha dato esecuzione all’ordinanza cautelare emessa emessa dal G.I.P.presso il Tribinale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 20 indagati.
Sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistico, estorsione, consumata e tentata, trasferimento fraudolento di valori, false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, in concorso, reati tutti con l’aggravante mafiosa. Dei predetti 20 indagati, 13 sono destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, mentre gli ulteriori 7 di quella degli arresti domiciliari.
Il provvedimento scaturisce da un’ampia attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, condotta dagli investigatori della Polizia di Stato, Squadra Mobile, SISCO di Catanzaro e Servizio centrale Operativo, che si è sviluppata mediante investigazioni di tipo tradizionale, attività tecniche, nonché riscontri e servizi dinamici sul territorio, e che, attese le proiezioni sul territorio tedesco, si è avvalsa della cooperazione giudiziaria internazionale con la Germania, mediante la costituzione di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team Jit), tra la Procura della Repubblica di Catanzaro – D.D.A. e gli uffici investigativi della Polizia di Stato, con la Procura di Stoccarda e la Polizia tedesca, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e il coordinamento di Eurojust.