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Napoli, aperta un’inchiesta sulla morte di Giuseppe: il lavoratore Asìa travolto e ucciso da un collega

Dramma a Napoli, lavoratore dell'Asìa travolto e ucciso da un collega di lavoro
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Investito, inavvertitamente, da un mezzo in retromarcia per la raccolta dei rifiuti guidato da un collega. Sarebbe morto così il 66enne Giuseppe Cristiano, di Ponticelli, dipendente di Asìa Napoli, la società comunale per la raccolta dei rifiuti. L’incidente è avvenuto attorno alle 4.35 di questa mattina nell’area deposito di piazzale Galileo Ferraris utilizzata dall’azienda. Il lavoratore alla guida del mezzo stava effettuando una manovra in uscita, dalla parte frontale del camion. Si tratterebbe, dunque, di una tragica fatalità e non di un gesto intenzionale. I presenti hanno notato subito le condizioni disperate dell’uomo, trasportato all’Ospedale del Mare per cercare di salvarlo. Cristiano è arrivato in ambulanze in gravissime condizioni al pronto soccorso con diverse fratture ed è stato subito sottoposto a un intervento chirurgico. Tutto inutile. L’operaio Asia è morto sotto i ferri durante l’operazione.

La reazione dell’Usb

Dal canto suo Adolfo Vallini, dell’Esecutivo provinciale Usb Lavoro privato, attacca: «Non chiamateli incidenti, questo è l’ennesimo omicidio sul lavoro. Sono anni che come USB attraverso il nostro RLS denunciamo la scarsa sicurezza in ASIA, subendo tra l’altro pesanti ritorsioni nei confronti dei nostri dirigenti sindacali». Vallini parla di «inadempienze, non tutte, cadute nella lente d’ingrandimento degli Ispettori ASL, a seguito di segnalazione sindacale, obbligando l’azienda a rispettare le normative di legge. Questa volta però qualcosa è andato male, il mancato infortunio o il semplice – abbiamo fatto sempre così e nessuno si è fatto male – si è trasformato in tragedia». Il sindacalista dell’Usb dice di provare «tanta indignazione e vergogna quando succedono queste cose, soprattutto quando avvengono all’interno di una partecipata pubblica, spesso in violazione dei più elementari obblighi in materia di salute e sicurezza. In realtà dovrebbero vergognarsi tutti, in particolare gli Amministratori, dirigenti e Preposti. della società Asìa Napoli, ma anche politici, assessori e sindacalisti che spesso sono informati dei fatti e non fanno nulla di concreto per salvare vite umane e ridare dignità ai lavoratori. La vita dei lavoratori – conclude Adolfo Vallini – è sacra ed è per questo che bisogna sottoscrivere e fare approvare la legge di iniziativa popolare sull’omicidio sul lavoro, lesioni gravi e gravissime». Perché cose come queste non devono più accadere».

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