I ras impegnati nella guerra tra ‘Miano di sopra’ e ‘Miano di sotto’ potrebbero ben presto ricevere una vera e propria stangata. E’ quella infatti prospettata per i Pecorelli e per gli Scognamiglio dopo la requisitoria dei giorni scorsi del pubblico ministero della Dda di Napoli. Chieste, in particolare, 17 condanne per quasi 270 anni di carcere. Queste le richieste di pena avanzate dal pubblico ministero: Antonio Castelluccio, 14 anni; Gennaro Catone, 16 anni; Drame Ousame Celentano, 7 anni; Cesare Duro, 16 anni; Luca Isaia, 18 anni; Giovanni Mascioli, 16 anni; Rosario Morisco, 16 anni; Mariano Natale, 16 anni; Fabio Pecoraro, 18 anni; Oscar Pecorelli “’o pastore”, 18 anni; Rosario Pecorelli, 8 anni; Pasquale Romano, 14 anni; Salvatore Ronga, 16 anni; Antonio Scognamiglio, 19 anni; Scognamiglio Giovanni, 18 anni; Gennaro Sepe, 20 anni; Bernardo Torino, 17 anni. Toccherà al collegio difensivo (composto tra gli altri dagli avvocati Rocco Maria Spina, Domenico Dello Iacono, Agostino Russo e Dario Carmine Procentese) provare a limitari i danni per i loro assistiti.
L’articolo precedente. L’omicidio di Salvatore Milano:“Abbiamo il sangue nostro a terra”, il voltafaccia del ras dopo il delitto nel bar a Miano
L’omicidio di Salvatore Milano ebbe come conseguenza un ‘cambio di casacca’ che alla lunga pesò sugli assetti criminali di Miano, Chiaiano e Piscinola. Dopo il delitto nel bar ‘Rosetta’ (eseguito da un commando degli Scognamiglio) uno dei ras del fronte opposto, Luca Isaia, decise clamorosamente di passare con l’altro gruppo e ciò a causa del comportamento dei reggenti del gruppo di ‘Ngopp Miano’. A raccontarlo il collaboratore di giustizia Emanuele Palmieri in uno dei tanti verbali allegati alla maxi ordinanza che due giorni fa ha dato una nuova spallata alle velleità criminali dei gruppi che ambiscono a prendere il posto dei Lo Russo: ”Dopo l’omicidio di Salvatore Milano, che era parente di Loredana Russo, moglie di Isaia Luca, Genny Catone e Vignati si recarono a casa di Totore “ociucco”, e chiesero se potevano sparare una batteria di fuochi quasi come se volessero festeggiare l’accaduto. Questa circostanza non poteva non incidere su Luca Isaia che infatti appena lo seppe, ritenendoli responsabili dell’omicidio dello zio della moglie, mandò su Facebook un messaggio a Scognamiglio Pasquale dicendogli che entrambi avevano il sangue della famiglia a terra. Faceva riferimento all’omicidio di Milano per la sua famiglia e all’omicidio di Totoriello Scognamiglio per gli altri. Luca chiese attraverso quel messaggio di potersi incontrare il più presto possibile con Scognamiglio Pasquale, rappresentando che li avrebbe potuti aiutare a fare la guerra al gruppo di Miano. Noi avevamo delle perplessità, avevamo paura che potesse esser un’imboscata ed allora io dissi a Pasquale Scognamiglio di organizzare con Isaia un appuntamento al bar Makere, che si trova a Giugliano. Mentre io attendevo al bar, Scognamiglio Pasquale, Scognamiglio Giovanni e Tony e Fabio Pecoraro e Ronga Salvatore a bordo di una fiat punto Evi invece giravano per le due rotonde per controllare che non accadesse nulla. Ci eravamo accordarti nel senso che io avrei dato l’ok all’arrivo di Isaia. Quando arrivò Isaia e si sedette accanto a me, come prima cosa controllai che fosse disarmato, quindi avvisai lo zio, così chiamavo Scognamiglio Pasquale, che era tutto a posto, e si unirono nel bar a me, Isaia, Scognamiglio Pasquale e gli altri soggetti che erano in macchina con lui. Lo zio invitò quindi Isaia a parlare e lui disse che aveva subito delle cattiverie dal gruppo di Catone, che aveva il sangue a terra a causa della morte di Milano Salvatore, che voleva vendicarsi anche lui e che quindi ci avrebbe aiutato”.