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Il clan Mallardo chiese soldi ai Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca: non aveva ‘cash’ per pagare gli stipendi ai detenuti

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Un rapporto strettissimo quello tra i Ferrara Cacciapuoti di Villaricca ed i Mallardo di Giugliano. Una collaborazione di mutuo soccorso tra i due clan confinanti, capaci di aiutarsi anche nei momenti di difficoltà. Il retroscena emerge dall’utima ordinanza che ha portato all’azzeramento della cosca egemone a Villaricca. In un verbale dell’agosto del 2018, il collaboratore Caracallo (poi deceduto) ha riferito in una riunione un esponente del clan Mallardo aveva chiesto a Francolone Ferrara di far fronte al pagamento degli stipendi agli affiliati di quel clan, per intervenute difficoltà di liquidità nelle casse del sodalizio di Giugliano”. All’esito di tale richiesta, vi era stato un secondo incontro tra esponenti del clan Mallardo ed altro esponente dei Ferrara, il quale aveva provveduto a consegnare una grossa somma di denaro contante per far pagare gli stipendi. Caracallo ha riferito, ancora, che il capo indiscusso del clan di Villaricca è Domenico Ferrara, affiancato da un secondo boss, ossia dal cognato Cacciapuoti Luigi. Egli ha raccontato di aver accompagnato personalmente Napolitano Francesco detto FRANCUCCIO ‘o NAPOLITANO, uno degli esponenti apicali del clan Mallardo, ad una riunione presso l’abitazione di Domenico Ferrara. In virtù di ciò, ha riferito che Domenico Ferrara era da sempre in ottimi e stretti rapporti di collaborazione con esponenti apicali del clan Mallardo.

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Un altro pentito, Poziello, ha raccontato invece che dei rapporti tra altri esponenti del clan Mallardo con quelli dei Ferrara-Cacciapuoti. Poziello ha descritto “il ruolo ricoperto da Ciccarelli Domenico durante la latitanza di Contini Edoardo, adoperandosi il predetto nell’organizzazione di “summit camorristici” a cui prendevano parte Contini Edoardo, Cacciapuoti Luigi, Ferrara Domenico e Mallardo Raffaele detto “Scicchirocco”.

Il Poziello nel corso del verbale ha accennato anche al figlio di Cacciapuoti Luigi, che aveva disponibilità di grosse somme di denaro e frequentava bische clandestine sia a Villaricca che a Giugliano.

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