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Il clan puntava 600 euro sulle partite senza pagare, il pizzo delle ‘bollette’ della camorra

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Gli investigatori hanno scoperto l’attività di alcuni esponenti del clan Sequino che puntavano 500-600 sulle partite di calcio, senza pagare il centro scommesse. Inoltre la camorra pretendeva la somma vinta ma senza mai corrispondere la somma “giocata”.

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Dalle prime ore dell’alba la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre esponenti di vertice del clan Vastarella, operante nel quartiere Sanità, ritenuti responsabili, a vario titolo di associazione per delinquere di stampo camorristico, di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e alla cessione di sostanza stupefacente e di tentato omicidio ai danni di Sequino Giovanni, avvenuto a Napoli il 22 ottobre di tre anni fa.

Uno dei tre, già latitante perché destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione di luglio dell’anno scorso, è stato catturato in un appartamento di Guidonia, in provincia di Roma, dopo avere tentato una rocambolesca fuga sui tetti dell’abitazione. Si tratta di Alessandro Pisanelli, persona di assoluta fiducia della famiglia Vastarella. L’episodio a cui fa riferimento l’ordinanza è quello relativo al tentato omicidio di Giovanni Sequino in un centro scommesse di via Sanità. La vittima designata è il nipote dei boss Salvatore e Nicola Sequino.

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