Ognuno aveva un ruolo e compito ben preciso: c’era chi confezionava la droga, chi la trasportava, chi aveva invece il compito di custodirla e chi di venderla. L’operazione di polizia e guardia di finanza che ha portato all’arresto tra carcere e domiciliari di 15 persone ha sgominato l’ennesima tratta della droga tra Napoli e penisola iberica.
Era una 43enne spagnola, Sonia Perez Alcaraz, per la quale è stato emanato un mandato di arresto europeo, a organizzare la spedizione della droga che dalla penisola iberica nascosta in un carico di prodotti agroalimentari attraversava l’Italia fino ad arrivare nel primo sito di stoccaggio nel Centro Agro Alimentare di Napoli (Caan) che si trova a Volla, in provincia di Napoli.
Uno degli indagati, che complessivamente sono 21, aveva affittato un box refrigerato nel Caan in cui la droga veniva momentaneamente stoccata. In un’occasione la sostanza stupefacente, hashish, venne occultata tra le zucche a bordo di un autoarticolato guidato da un conducente anch’egli spagnolo.
Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli il gip partenopeo Valentina Giovaniello ha disposto l’arresto in carcere per Francesco Di Fiore, Vincenzo Russo, Giacomo Visconti, Angelo Pugliese, Renato Montefusco, Massimo Astuto, Sonia Perez Alcaraz, Pasquale Menzion, Gennaro e Salvatore Silvestro. Il giudice ha invece disposto gli arresti domiciliari per l’algerino Foued Boulkham, Ciro Cirino, Sabatino Gallo, Luigi Pagano e Franco Iannicelli. Al momento mancano all’appello uno dei destinatari dell’arresto in carcere e uno per il quale sono stati disposti i domiciliari.
Il meccanismo era tanto ingegnoso quanto ardito: la droga viaggiava nascosta in carichi di prodotti ortofrutticoli. Nello specifico, zucche. D Le zucche, però, erano solo la copertura. I colli contenenti lo stupefacente venivano abilmente occultati sotto il carico ufficiale, poi conservati per la notte in una cella frigorifera. Il giorno dopo, i pacchi venivano trasferiti su un furgone Opel e portati a Napoli, in via Metastasio, dove venivano custoditi in un parcheggio. In altri casi, la merce prendeva la via più “familiare” ed entrava direttamente in casa: parte della sostanza è stata infatti sequestrata nell’abitazione di uno degli indagati dopo essere stata trasportata a bordo di una Toyota.
L’operazione ha radici lontane. Già nel 2023, in un deposito a Volla, erano stati sequestrati 619 chili di hashish marchiati con il logo di Bart Simpson. A gestire quel carico — che viaggiava, anche allora, insieme alle zucche — due fratelli, Antonio e Massimo Astuto, originari del quartiere Vasto. Insospettabili e non affiliati a clan (leggi qui l’articolo)
Cinque tonnellate di droga sequestrate nel corso delle indagini. Provenienza estera, ma transito italiano, spesso attraverso carichi agroalimentari. L’obiettivo: sfuggire ai controlli mimetizzando la droga tra prodotti insospettabili. Il guadagno, però, era fin troppo sospetto: la vendita al dettaglio avrebbe fruttato un incasso monstre, ben oltre gli 8 milioni di euro. La frase intercettata all’inizio suona ora quasi come un monito alla rovescia: «Mi hai capito, sì?» Sì, ora abbiamo capito tutti.
I membri dei narco-gruppi sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di droga e di detenzione, a fine di spaccio, di droga. In particolare, sarebbe emersa l’operatività di 2 organizzazioni dedite al traffico di hashish e marijuana che erano attive tra Napoli e Marano. Visconti era affiancato da Pugliese, che si occupava di nascondere la droga a Giugliano. Il gruppo maranese è accusato di aver trafficato dal marzo del 2022 al dicembre del 2023.