Il clan Mallardo svolgeva anche un’attività di recupero crediti per conto di terzi, ma per farlo si prendeva una ‘tassa’ del 50% dell’importo. Accade anche questo a Giugliano, dove alcuni soggetti creditori, invece di rivolgersi agli avvocati, andavano dalla camorra per ottenere i soldi a loro spettanti. Il clan in cambio si prendeva la metà della somma da recuperare, che veniva destinata a rimpinguare la cassa del clan finalizzata al sostentamento delle famiglie dei detenuti. In una lunga conversaz10ne tra Andrea Abbate e Domenico Pirozzi si parlava di una modalità di estorsione messa in atto dal clan Maliardo, consistita nel trattenere il 50% del denaro recuperato da un debitore insolvente.
Al riguardo era proprio Mimi ‘o pesante, in ragione del suo ruolo di reggente, ad indicare ad Abbate la cifra che avrebbe dovuto essere trattenuta.
Domenico Pirozzi aveva necessità di reperire la somma di denaro di 100.000 euro al mese da destinare agli affiliati al clan ed alle loro famiglie, spiegando che per tale ragione era costretto ad intervenire anche in prima persona per richiamare i soggetti che non pagavano