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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Il Vescovo Mons. Stefano Rega: “A te Maria affido il mio Ministero e la mia Città. La Madonna della Pace parla della nostra identità”

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intervento del
Mons. Stefano Rega

“Per ogni giuglianese parlare della Madonna della Pace significa parlare della propria identità, della propria storia, della propria cultura, della propria famiglia. Sono tanti i ricordi che mi legano a questa festa e in modo particolare alla mia città di origine, ricordo innanzitutto quando da piccoli mia mamma ci portava in piazza Annunziata a vedere il volo dell’angelo e ci teneva i polsi stretti con le sue mani per la paura di perderci tra la folla che riempiva la piazza. Era un rito che si ripeteva ogni anno e nonostante la folla o la paura dovevamo esserci anche noi, era la festa, era la nostra festa e lei doveva trasmetterci l’importanza di tutto ciò. E poi ricordo il passaggio del carro per le strade della città, i buoi, le bianche vestite, tutto in quei giorni era come sospeso, tutto era concentrato intorno a quella piccola statua della Madonna della Pace, era come se tutto l’anno si vivesse in attesa di questa festa che segnava un prima e un dopo per tutta Giugliano, per tutti i giuglianesi.

Questa tradizionale festa della Madonna della Pace che si vive a Giugliano nell’arco di una settimana (dalla vigilia della Pentecoste alla Domenica della Santissima Trinità) evoca nel cuore dei suoi figli sentimenti di gratitudine e di sublime meraviglia spirituale. Le parole che utilizziamo per descrivere i sentimenti che sperimentiamo quando ci rivolgiamo alla Madonna risulteranno sempre limitate e inadeguate per descrivere la sublime magnificenza del suo angelico candore. Dante Alighieri, con parole poetiche, ne canta le lodi nella Divina Commedia: “Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali” (Paradiso, XXXIII, 15). Davvero si realizza questa prodigiosa realtà: la Vergine Maria è una Donna così grande, che se uno desidera ricevere una grazia e non ricorre alla sua intercessione, è come se il suo desiderio volesse volare senza le ali. In questa prospettiva di prodigiosa e indicibile meraviglia vorrei dare testimonianza della mia devozione alla Madonna della Pace. A Lei, mi rivolgo, con filiale devozione, sentendomi suo figlio. Mi reputo uno dei numerosissimi testimoni di un’antica e sempre nuova devozione.

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Il legame con la Vergine, come per tanti giuglianesi, affonda le sue radici in una tradizionale devozione familiare. La preghiera alla Madonna mi è stata affidata dai genitori nell’ambiente familiare, come dono prezioso da custodire e da coltivare. L’annuale celebrazione della sua festa evoca tanti bei momenti, tra i quali il volo angelico della fanciulla, momenti che rimandano ai ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza e della maturità e che portano con sé la gioia della gratitudine. Alla Madonna della Pace sono grato per la testimonianza di fede, di preghiera e di carità che ho potuto cogliere dai suoi devoti, a partire dai sacerdoti che hanno venerato con zelo e con cura il Santuario dell’Annunziata dove è collocata la sua effige che la ritrae con il figlio Gesù posto sulle sue ginocchia. La devozione alla Madonna della Pace suggerisce uno stile di vita che chiede ad ogni devoto di diventare santo, imitando le virtù e la fede eroica di Maria Santissima.

La vita cristiana ci porta ad essere continuamente in cammino verso la meta della santità, chiedendoci di diventare pellegrini di speranza e testimoni della verità dell’amore che il Signore ha riversato nei nostri cuori. È molto suggestivo utilizzare l’immagine del pellegrino per specificare l’identità della devozione alla Madonna della Pace. Tutti, infatti, abbiamo in mente quale sia la meta da raggiungere, ma con altrettanta consapevolezza siamo spesso restii a percorrere la via che ci conduce ad essa. Per questo ci si affida all’intercessione della Vergine, per confermare con fede sicura che non esiste altra via da scoprire, non c’è luogo più bello in cui dimorare, non c’è amore più sicuro da accogliere. La Madonna della Pace è stata e sarà foriera di aiuto nei momenti più difficili, ha interceduto a favore di tanti e ha favorito l’incontro con la grazia divina. La festa che a Lei è dedicata la si vive con rinnovata fede attraverso intensi momenti di preghiera, di incontro, di relazioni e di coinvolgimento nel mistero di Cristo.

I fedeli si recano all’Annunziata portando nel cuore il desiderio di vivere da pellegrini, imitando la Vergine Maria nella meraviglia di fronte ai disegni di Dio che si dispiegano nel quotidiano, schiudendo le labbra in un cantico di lode che magnifichi la stupenda e prodigiosa misericordia dell’Altissimo. Si va dalla Madonna della Pace con passo spedito perché dinanzi a Lei si depongono i pesanti macigni che opprimono le anime e appesantiscono i passi, si va da Lei con il desiderio di ritrovarsi insieme in famiglia e rinnovare l’amore sponsale, con il proposito di accogliere, educare, custodire i sogni dei figli, per ritrovare il coraggio di perdonare, per imparare ad amare. Si va dalla Madonna della Pace, con spirito di riconoscenza e gratitudine, affidando a Dio e alla Vergine Santa i propositi di bene e la fatica nel continuare a vivere l’impegno della sequela con l’entusiasmo di chi non può contenere nel suo cuore una gioia così grande. Maria, che con il suo sì alla chiamata del Signore ha accolto nel proprio grembo e ha offerto il Salvatore all’intera umanità (cfr. Lc 1,38), diventando testimone di speranza anche per questo nostro mondo attraversato da tante paure ed insicurezze, perché continua ad offrire a tutti noi il Suo figlio Gesù, come del resto viene ben illustrato dalla venerata immagine della Madonna della Pace; effige che ha un posto visibile nella case dei giuglianesi, come segno che dice l’appartenenza di Maria alla famiglia.

Il Santuario dell’Annunziata è testimone della presenza continua di Maria in Giugliano, quale tratto distintivo della sua identità. La Madonna della Pace accompagna e sostiene il lavoro e la fatica quotidiana dei suoi figli ed attira folle di pellegrini, che qui trovano un’oasi di pace e di accoglienza, per riprendere rinfrancati dall’incontro con la Madre di Dio, il proprio cammino con maggiore serenità e fiducia. Un messaggio significativo che ci consegna la Madonna della Pace nasce proprio dalla sua antica origine storica: la rappacificazione di due famiglie in contesa. Posso testimoniare i prodigi di riconciliazione tra i fedeli in lite tra di loro che la sua devozione ha fatto sorgere. La devozione mariana è un antidoto efficacissimo contro ogni forma di divisione e di violenza. In questi tempi così difficili, nei quali si sperimenta l’incrementarsi di guerre fratricide, la preghiera alla Madonna della Pace, è sollievo per le anime e fonte di sicura speranza per un avvenire di rinascita spirituale che ponga al centro la prassi della solidarietà, la valorizzazione della giustizia sociale e la realizzazione di una convivenza pacifica tra i popoli. Auguro a tutti i miei concittadini giuglianesi di vivere con sempre grande intensità questa festa e accogliere il messaggio della Vergine Maria che, come a Cana, ci dice: “fate quello che vi dirà” e suo figlio Gesù ci dice di amarci, di rispettarci, di avere cura del nostro mondo”. 

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