Carenza dei gravi indizi di colpevolezza: con questa motivazione i giudici della X Sez. del tribunale del Riesame di Napoli – Collegio E – hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dell’avvocato Francesco Smarrazzo, finito sotto indagine nell’ambito sulla presunta mazzetta riguardo il centro Anthares a Giugliano. Gli avvocati Antimo D’Alterio e Felice Taglialatela, legali di Smarrazzo, è riuscito a smontare la tesi accusatoria circa il reato contestato, quello di concorso in concussione, tant’è che il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza ai domiciliari per carenza dei gravi indizi di colpevolezza.
I giudici hanno sancito innanzitutto che non c’è nessuna prova evidente del passaggio dello zaino contenente la tangente da 15mila euro tra l’avvocato Smarrazzo ed il legale della società Rinascita, che gestisce il centro Anthares. Tant’è che Smarrazzo viene bloccato mentre sale in auto mentre lo zaino, portato dall’avvocato Alberto Russo, contenente i soldi ‘segnalati’ dai militari della guardia di finanza è stato trovato presso il suo studio. Inoltre i giudici del Riesame sottolineano come “l’avvocato Alberto Russo dichiara di essere stato investito dal Laudiero, delle problematiche relative alla revoca dell’appalto e di essere stato ingaggiato da Laudiero, unitamente al collega Smarrazzo, per curare la difesa della Rinascita srl e regolarizzare eventuali certificazioni e carenze documentali”. Il dato trova formale riscontro nelle missive del 5.2.2024 e 22.2.2024 su carta intitolata Avv. Francesco Smarrazzo – avv Alberto Russo, nella quale entrambi articolano richieste difensive rispetto al provvedimento del 24.1.2024 a firma del De Rosa riguardo l’avvio della procedura di revoca dell’affidamento.
Secondo i giudici è lo stesso Laudiero a dare contezza di quell’effettivo rapporto professionale che lo legava ad entrambi, pur continuando suggestivamente a definire lo Smarrazzo persona da poco conosciuta e parente del Liccardo. Lo stesso Laudiero infatti afferma che all’incontro, prima di accettare di pagare la tangente, parla con entrambi i legali di altre questioni lavorative, con ciò confermando il condiviso rapporto professionale dei due legali. Per i giudici del Riesame “resta il fatto che sia Russo che il Laudiero convergono sul fatto che le richieste erano promananti dal duo De Rosa Liccardo e sono state ad un certo punto veicolate dallo Smarrazzo, che ha contatti solo con il cugino Liccardo Paolo. Si è visto che le intercettazioni confermano appieno questa modalità di comunicazione quadrangolare. Tuttavia nè Laudiero nè Russo specificano se l’intermediazione dello Smarrazzo si è realizzata sulla base di una inaspettata iniziativa di costui a nome del cugino o piuttosto, come assai più plausibile (per il rapporto di colleganza e collaborazione professionale che li lega) sia stato invischiato dal Russo il quale, ben sapendo della parentela che lo legava a Liccardo, lo coinvolge proprio per questo, procurandone l’ingaggio per una maggiore e più incisiva tutela degli interessi di Laudiero”. Laudiero, inoltre, specifica di aver conosciuto l’avvocato Smarrazzo solo tramite Russo “percependone l’estraneità rispetto alle pressioni che stava ricevendo dal duo De Rosa-Liccardo”. Dunque per i giudici “non è possibile cogliere nei dovuti termini di precisione e concludenza degli indizi, l’adesione di Smarrazzo Francesco alla condotta estorsiva del cugino. Nelle sue interlocuzioni con il Liccardo, Smarrazzo si limita a riferire quanto rispettivamente appreso dal cugino o dal Russo”.
Per quanto riguarda, invece, Paolo Liccardo e Giuseppe De Rosa il tribunale del Riesame ha confermato per entrambi i domiciliari, adesso con la deposizione delle motivazioni avranno 10 giorni di tempo per proporre ricorso in Cassazione.