Saranno interrogati rispettivamente il 19 novembre, il sindaco Nicola Pirozzi, ed il 21 novembre Antonio Poziello (ex sindaco ed attuale consigliere comunale di minoranza), dal Gip Saladino del tribunale di Napoli Nord, entrambi indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione e turbativa d’asta sul bando della raccolta dei rifiuti a Giugliano, affidato nel 2020 alla Teknoservice, per un importo totale di 120 mln di euro per 7 anni.
Per i due politici il Pm ha chiesto gli arresti domiciliari.
In base alla nuova riforma Cartabia saranno interrogati e solo dopo aver ascoltato le loro dichiarazioni, il Gip potrebbe applicare nei loro confronti un’eventuale misura cautelare oppure lasciarli a piede libero
Gli altri indagati, tra le inchieste di Giugliano e Marano, che saranno interrogati ai primi di novembre e per i quali sono stati chiesti i domiciliari sono Michele Oliviero, Giuseppe Spacone (ex dirigente della Teknoservice), Luigi Vitiello, Luigi Grimaldi (ex assessore al Comune di Giugliano), Raffaele Schettino, Domenico Abbatiello, Giovanni Paragliola, Vittorio Iorio, Giuseppe Magno, Nicola Benedetto.
A Marano gli indagati totali sono 37, mentre a Giugliano sono 25.
I nomi degli indagati dell’inchiesta a Giugliano sono: Nicola Benedetto, Luigi Grimaldi, Michele Oliviero, Nicola Pirozzi, Antonio Poziello, Giuseppe Spacone, Luigi Vitiello, Giuseppe Borzachelli, Leopoldo Cecere, Giuseppe D’Addato, Antonio Di Girolamo, Salvatore Di Girolamo, Giuseppe Dirasco, Antonio Di Nardo, Adriano De Falco, Mario De Quattro, Giuseppe Magno, Massimo Meglio, Vincenzo Natale, Arcangelo Puzone, Stefania Scognamiglio, Antonio Simeone, Nunzio Troilo, Nicola Ucciero e la società Teknoservice.
Una delle figure cardini è dell’inchiesta è Giuseppe D’Addato, all’epoca dei fatti Provveditore Interregionale alle Opere pubbliche cui spettava la nomina della commissione di gara per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti a Giugliano, poi dato alla Teknoservice. Secondo le indagini D’Addato avrebbe stretto un accordo corruttivo con l’ex sindaco Poziello e i dirigenti della Teknoservice, dando ad Antonio Di Nardo, ex funzionario del Provveditorato la bozza del progetto tecnico in modo da far applicare migliorie per l’aggiudicamento dell’appalto. Di Nardo avrebbe dunque fatto da mediatore tra l’ex sindaco, i dirigenti della ditta e D’Addato.
Giuseppe Spacone e Nicola Benedetto (rispettivamente Resp. in Campania della Teknoservice e Pres. del Cda della Teknoservice), attraverso accordi con Poziello e tramite intermediari, ricevevano indicazioni per apportare specifiche migliorie al progetto tecnico da presentare alla gara d’appalto.
La commissione di gara nominata (di cui facevano parte De Falco, Meglio, De Quattro, Natale e Troilo, tutti funzionari al Provveditorato indagati), dietro l’accordo con Giuseppe D’Addato (colui che ha nominato i componenti della commissione), assegnavano ai progetti tecnici delle società concorrenti punteggi a prescindere dall’esito delle offerte economiche fatte da Tekra e Buttol, le altre due ditte partecipanti, omettendo di pubblicare i verbali di gara sulla piattaforma, suscettibli di modifiche in qualsiasi momento, prima della formale aggiudicazione dell’appalto.
Giuseppe D’Addato, per compiere quest’operazione, si sarebbe fatto consegnare una somma non meglio precisata da Spacone e Nicola Benedetto.
Antonio Di Nardo e Antonio Simeone avrebbero fatto da mediatori e faccendieri, tra la Teknoservice, l’ex sindaco Poziello a cui avrebbero consegnato notevoli somme di denaro e i soggetti del Provveditorato dalle Opere Pubbliche.
L’ex sindaco Poziello, infatti, secondo l’inchiesta, oltre alla promessa sulla gestione di alcune assunzioni di persone di sua fiducia nella ditta, si sarebbe fatto consegnare in totale da Spacone e Benedetto “una somma non meglio precisata,di cui è stato accertato almeno l’importo di 300mila euro”, consegnata a rate attraverso gli intermediari Simeone e Di Nardo.
La prima tranche da 100mila euro in contanti in data 3 giugno 2020. Michele Oliviero, gestore della Be.Ma Srl, avrebbe consegnato somma di euro 100.000 in contanti a Spacone e Puzone, quest’ultimo li avrebbe dati a Poziello che a sua volta li avrebbe dati a Simeone il quale li consegnava a Di Nardo. Due giorni dopo la gara fu affidata alla Teknoservice.
Tra il 18 e il 22 giugno D’Addato e Poziello avrebbero avanzato una ulteriore richiesta di 100mila euro a Spacone. La somma fu data sempre agli intermediari a Poziello che la consegnò a Di Nardo. Il 13 luglio D’Addato e Poziello si facevano promettere la consegna di altri 50mila euro a testa, che sarebbero stati dati il 29 settembre più altri 50mila il 12 novembre, seguendo sempre il solito schema degli intermediari.
Inoltre, sempre secondo l’accusa, Poziello in qualità di candidato a sindaco, avrebbe promesso assunzioni nella ditta della Nu al fine di ottenere sostegno in termini di voti dai vertici della società e altri dipendenti, assicurando il ‘posto di lavoro’ ai figli o familiari.
Presunte irregolarità anche sotto l’Amministrazione Pirozzi
Secondo i magistrati, una volta eletto, anche il sindaco Nicola Pirozzi si sarebbe reso autore di atti illeciti, nello specifico, secondo il Pm, “avrebbe compiuto diversi atti contrati ai doveri d’ufficio a vantaggio della Teknoservice”, tra cui la concessione di una proroga tecnica di due mesi benché la Raccolio avesse vinto la gara per presunte cause di forza maggiore, in realtà – scrivono i magistrati – solo per coprire inadempienze dell’aggiudicatario che non aveva ancora avviato le attività preparatorie per iniziare il nuovo appalto”.
Contestati all’attuale sindaco anche “l’azzeramento delle penalità contrattuali nononstante le molteplici irregolarità (es. ritardi nella pulizia delle spiagge, fatta con ritardo ed anche in modo inefficace, ritardi nella consegna dei kit della raccolta differenziata alla cittadinanza, mancate migliorie di gara come cassetta dell’acqua, mancato acquisto di mezzi elettrici e altre inadempienze sul contratto) passibili di penalità da parte della Teknoservice nell’espletamento del servizio e la promessa di assegnazione di ulteriori servizi aggiuntivi alla Teknoservice con relativo adeguamento contrattuale” (es. pulizia del campo Rom); l’impegno a rivedere il credito di 27 mln di euro vantato dalla ditta in base al precedente appalto che gli ex dirigenti Bidello e Sabini avevano dichiarato infondati.
Inoltre, sempre secondo i magistrati, Pirozzi avrebbe promesso la nomina a dirigente dell’Ufficio Ambiente dell’ingegnere Giuseppe De Rosa (coinvolto anche nell’inchiesta Anthares), persona di fiducia della Teknoservice e la gestione delle assunzioni all’interno della ditta con consegna di una lista di persone da inquadrare.
IL COMUNICATO DEL PD
“Il Partito Democratico di Napoli prende atto e apprezza la decisione del Sindaco di Giugliano Nicola Pirozzi, coinvolto in una indagine, di auto sospendersi dal PD, in coerenza con i principi del Codice Etico e dello Statuto del partito, pur nel rispetto della presunzione di innocenza.
Nelle prossime ore il PD, sentito il gruppo consiliare, visti i recenti sviluppi, procederà ad una ulteriore valutazione della situazione politica e amministrativa del comune di Giugliano, in linea con la posizione già espressa nei giorni scorsi”, dichiarano Il segretario metropolitano Giuseppe Annunziata, il commissario cittadino Francesco Dinacci e il responsabile metropolitani enti locali Gaetano Bocchino
Le accuse nei confronti di Luigi Grimaldi e Luigi Vitiello
Tra gli indagati che l’imprenditore Luigi Vitiello il quale avrebbe fatto da intermediario per Grimaldi e si sarebbe fatto consegnare dalla Teknoservice la somma di 60mila euro ed un orologio di marca Paul Picot dal valore di 6mila euro, sequestrati dagli inquirenti nel febbraio 2021, presso gli uffici della ditta di Vitiello. Secondo l’accusa questi soldi e l’orologio erano stati dati a Vitiello da Spacone e Di Benedetto, per poi essere consegnati a Luigi Grimaldi.
Precisiamo, per dovere di cronaca, vale il principio della presunzione di innocenza, dunque tutti i soggetti coinvolti nel procedimento sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza passata in giudicato