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La casa natale di Maradona diventa patrimonio nazionale argentino, firmato il decreto presidenziale

La casa natale di Maradona diventa patrimonio nazionale argentino, firmato il decreto presidenziale
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A pochi giorni da quello, sabato 30 ottobre, che sarebbe stato il suo 61/o compleanno e a meno di un mese dall’anniversario della morte, l’Argentina celebra il mito di Diego Armando Maradona. Così nel quadro delle manifestazioni previste in questi giorni, il governo ha deciso di dichiarare “patrimonio nazionale argentino” la casa natale dell’ex fuoriclasse del Napoli, al civico 523 di Calle Azamor nella bidonville de Villa Fiorito. l decreto è già stato firmato dal Presidente Alberto Fernandez e pubblicato sul bollettino ufficiale dei provvedimenti governativi.

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Nel decreto viene precisato che quella casa “rappresentò per lui, durante tutta la sua vita, la fedeltà alle proprie origini e il legame profondo che lo univa alla sua famiglia”. Si fa poi riferimento agli spiazzi nelle vicinanze “dove Diego, prima di diventare Maradona, forgiò un amore indissolubile con il pallone”.  Intanto prende il via una serie televisiva dedicata alla vita di Diego, “Maradona, il sogno benedetto” che, dopo l’esordio in Argentina, sarà diffusa da Amazon Prime in 250 paesi del mondo.

Ad interpretare il ‘Pibe de Oro’ in tre differenti fasi della sua vita saranno gli attori Nazareno Casero, Juan Palomino e Nicolas Goldschmidt, con ‘ricostruzioni’ di partite giocate da il ‘Diez’ in Argentina, Spagna, Italia, Uruguay e Messico, paese quest’ultimo dove Maradona vinse i Mondiali con l’Albiceleste’ nel 1986.

Diego Armando Maradona, rivelazione sulla morte: “Gli hanno fatto scoppiare il cuore”

Undici mesi dopo la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel novembre 2020 in un appartamento a Tigre, in Argentina, sono ancora in corso gli accertamenti per eventuali responsabilità dell’equipe sanitaria sul suo decesso. La gestione degli ultimi giorni di vita dell’ex Pibe de Oro rimane poco chiara. Il processo vede come imputati il medico, lo psichiatra e gli infermieri. Ascoltato dai giudici l’ex avvocato del calciatore, Matias Morla, che ha fornito la sua versione dei fatti. Morla ha detto che Diego soffriva di problemi ai reni e al fegato, di insufficienza cardiaca e di deterioramento neurologico, nonché di dipendenza da alcol e psicofarmaci. “La decisione della famiglia di far proseguire la convalescenza a casa invece che in ospedale è stata folle. I medici avevano espressamente specificato che doveva rimanere in clinica. Sono state commesse numerose e fatali disattenzioni che hanno causato l’esplosione del suo cuore”.

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