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giovedì, Giugno 27, 2024
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La Mitra di San Gennaro, con 3964 gemme e un peso di 18 chili, ha un valore inestimabile

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Con un valore anche maggiore di quello degli zar di Russia e di quello della Regina Elisabetta II d’Inghilterra, il tesoro di San Gennaro risulta avere tutt’oggi un valore incommensurabile. Ma al di là del tesoro, Napoli possiede anche l’oggetto più prezioso al mondo: la Mitra.

La Mitra ingioiellata di San Gennaro

Il tesoro di San Gennaro ha un valore che nel corso dei secoli è aumentato sempre di più e che fu accresciuto nel tempo anche grazie a papi e imperatori. Basti considerare che il solo calice in oro zecchino (facente parte del tesoro) donato da Pio IX nel 1849, all’epoca fu pagato ben 3000 ducati. Anche Napoleone Bonaparte si inginocchiò davanti a San Gennaro, che saccheggiò tutti i tesori d’Europa, ma pagò pegno con il santo patrono di Napoli e ordinò a Giuseppe Bonaparte e a Gioacchino Murat di fargli dei doni: entrambi lo onorarono con una collana di diamanti e un ostensorio. Quest’ultimo considerato tra le parti più preziose del tesoro, con rubini incastonati nell’argento dorato e che formano grappoli d’uva.

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Ma oltre al tesoro più prezioso del mondo, che non appartiene alla Chiesa, ma alla città e ai suoi abitanti, Napoli può vantarsi anche della conservazione dell’oggetto più prezioso del mondo. Stiamo parlando della Mitra ingioiellata di San Gennaro, che fino al 1931 veniva riposta sull’urna del santo patrono portata in processione. È composta da 3964 gemme, 198 smeraldi, 168 rubini, 3328 diamanti. Tutto questo portando la tiara ad un peso di ben 18 chili.

Una storia di opulenza e moderna ingegneria

Correva l’anno 1712 quando la Deputazione decise di realizzare una tiara che contenesse parte dell’enorme quantità di gemme che facevano parte del tesoro di San Gennaro. L’opera fu commissionata all’orafo napoletano Matteo Treglia, che si avvalse della collaborazione di altri 50 artisti e presentò l’opera dopo solo un anno. Un autentico capolavoro di oreficeria realizzato con pietre preziose e tecniche di taglio innovative. Gli smeraldi erano usati come simbolo di conoscenza; i rubini rappresentanti il ​​sangue del martire Gennaro; i diamanti, la pietra più dura della natura rappresentante la forza della fede.

La Mitra risulta tutt’oggi anche un capolavoro di ingegneria. La tiara, infatti, prevede un sistema di ammortizzatori utili ad alleviare le sollecitazioni del trasporto durante le processioni.

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