Nella giornata di ieri i militari della Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno tratto in arresto il titolare della storica pizzeria di via dei Tribunali ‘dal Presidente’, la sua ex moglie, suo cognato, la commercialista dell’imprenditore e un poliziotto, accusati a vario titolo di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dall’agevolazione del clan Contini. Il gip di Napoli Giovanni de Angelis ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 49enne Massimiliano Di Caprio e per la 47enne Deborah Capasso, così come per il 49enne Vincenzo Capozzoli, detto Enzuccio a’ miseria, considerato esponente del clan Contini e, secondo gli investigatori, titolare occulto della pizzeria. Disposti, invece, gli arresti domiciliari per Giulia Nappo e Guido Albano.
Pizzeria dal Presidente: il passaggio a Massimiliano Di Caprio
Per gli investigatori la titolarità della società La Regina dei Tribunali, gestrice della famosa pizzeria nel centro di Napoli, era solo fittiziamente della moglie di Di Caprio attraverso una serie di atti di modifica dell’assetto societario. Una storia che parte da lontano e ricostruita anche attraverso le dichiarazione dei collaboratori di giustizia come Gennaro De Tommaso, detto Genny a’ carogna, il quale indica anche le modalità con le quali la criminalità si sarebbe impossessata di una delle pizzerie della tradizione napolatana. Per soli 30mila euro l’attività sarebbe finita a Di Caprio, per ‘coprire’ un debito maturato con lo stesso Caprio. Sempre secondo gli inquirenti i ricavi, però sarebbero stati nelle disponibilità del presunto titolare occulto Vincenzo Capozzoli (cognato di Di Caprio).
Il pentito De Tommaso nel corso dell’interrogatorio del 30 ottobre 2019 ricostruisce la storia
Originariamente Ernesto Cacialli, oggi deceduto, era uno dei soci della pizzeria Di Matteo. Successivamente ne uscì a seguito di una controversia fondando la pizzeria “il Presidente”. Quando Ernesto mori la pizzeria fu rilevata dal figlio Vincenzo (non indagato, ndr). Questi aveva una difficoltà economica tant‟è che venne anche da me a chiedere 30.000 euro che non potetti dargli, e si rivolse a Di Caprio per soddisfare questa sua necessità che, in corrispettivo, entrò a far parte della pizzeria come socio. Successivamente, essendo il Cacialli cocainomane, cedette le sue quote residue al Di Caprio che è rimasto l‟unico proprietario della pizzeria anche se non so se sia il formale intestatario della società. Di Caprio, che ha recentemente aperto una succursale della pizzeria sull‟isola dì Capri è il cognato di Vincenzo a Miseria, affiliato al clan Contini. Che io sappia non ci sono altre note pizzerie facenti capo ad esponenti della camorra.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, pertanto, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.