Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.
Si chiamavano Samuel Tafciu e Sara e Aurora Esposito le tre persone morte nello scoppio di una fabbrica di fuochi artificiali abusiva a Ercolano in provincia di Napoli. Il tutto è accaduto in via Petacca 94. Sara e Aurora venivano da Marigliano, Tafciu era albanese e aveva 18 anni. Era diventato padre di una bambina da cinque mesi. Aurora aveva una figlia di 4 anni. Anna Campagna è la suocera di Samuel: sua figlia di 17 anni lo aveva conosciuto da un anno e avevano messo su famiglia a Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli.
Samuel Tafciu, Sara e Aurora Esposito
«Voglio le mie figlie. Sara e Aurora, rispondete. Le voglio prendere io, non mi muovo da qua. Non è vero, è tutto un sogno…», dice Lucia Esposito, la madre alle 17,40 mentre è saltata la corrente elettrica in zona. Mario invece è il compagno di Aurora: «Io lavoro fuori, mi hanno chiamato e sono corso qui. Non so quello che è successo, in realtà io sapevo che lei stava lavorando in un’impresa di pulizie». «Chi lo dice a mia nipote che non ha più un padre?», si dispera Anna Campagna, la suocera di Samuel. «A 18 anni non si può perdere la vita così. Era il primo giorno di lavoro e guardate che è successo. Voleva mantenere la famiglia, aveva trovato questo lavoro tramite amici. È successo tutto tra sabato e domenica. Samuel aveva fatto il magazziniere per tre mesi, ma non aveva percepito lo stipendio. Lui, mia figlia e la bambina vivono con me. Ma io ho altri 4 figli, che posso fare? Compro il latte e i pannolini per la bambina. E poi?», dice.
Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.
La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.
Sindaco Ercolano, tragedia immane non si può morire così
Ha trovato dinanzi a sé “una scena di devastazione e distruzione ma anche di grandissimo dolore” il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto che conferma il bilancio di tre decessi per lo scoppio di una casa-deposito di fuochi d’artificio nel suo comune.
“Mi riferiscono – tiene a dire ai giornalisti – che lì si confezionassero fuochi d’artificio, ma né al Comune né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione”.
Le vittime sarebbero due ragazze di 23 e 26 anni e uno straniero di 18 anni.
“Conta poco dove fossero residenti i ragazzi – osserva Buonajuto – quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così.
Qui confezionavano fuochi d’artificio, ma se non sono mai arrivate richieste di autorizzazione significa che dobbiamo insegnare ai giovani che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non possa più accadere”.
“Mi hanno confermato – aggiunge il sindaco della città alle porte di Napoli – che si confezionavano fuochi d’artificio in una casa di cui non conosco i proprietari.
Ma basta ascoltare le urla di dolore della madre delle due ragazze – conclude – per capire quanto immane sia questa tragedia”.