Tra gli elementi più caratterizzanti del Pontificato di Papa Francesco, c’è sicuramente la vicinanza con i detenuti. In 12 anni come Vescovo di Roma, Bergoglio ha visitato numerose volte i penitenziari e le case circondariali italiane. Tra le tappe più significative, il pranzo con i detenuti del carcere Giuseppe Salvia di Poggioreale del 21 marzo 2015, in occasione della visita del Pontefice a Napoli. A rievocare quella storica giornata a InterNapoli è don Franco Esposito, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale Carceraria, presente in quel momento insieme all’allora Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe.
Il ricordo di don Franco
«Nel corso della visita a Poggioreale – afferma don Franco – Papa Francesco ha chiesto di venire non per celebrare ma per stare con i detenuti e il modo più bello per stare con loro era quello di sedersi a tavola. Ho organizzato io il pranzo con il Papa e ricordo della sua richiesta di essere affiancato non da politici e amministratori ma dai detenuti, circa 120 in tutto entusiasti del suo arrivo».
Il direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale Carceraria ricorda un aneddoto. «In quell’occasione c’era un detenuto argentino e feci in modo che potesse essere vicino al Papa e conversare con lui. Ricordo che durante il pranzo Bergoglio ha parlato con questo detenuto argentino che con tutti gli altri accanto».
L’impegno dei detenuti
Il pranzo del 21 marzo 2015 fu preceduto da un’attività preparatoria dei detenuti di Poggioreale. «Hanno preparato il Giardino di Francesco, cioè un piccolo pezzo di terra davanti alla chiesa con al centro l’immagine di San Francesco con il lupo» sottolinea ancora don Franco aggiungendo: «Vedendo quell’immagine, lì Papa ha tenuto a sottolineare che il lupo rappresentasse non le persone ma il male che nelle persone va combattuto, mentre le persone vanno sempre accolte, amate e aiutare a venir fuori dal loro male».
Il monito
In quell’occasione il Pontefice pronunciò una già utilizzata nel corso delle visite in altre carceri: «Mi domando del perché voi e non Io». Non fu l’unica, ne utilizzò un’altra. «Noi andiamo in carcere non per i detenuti ma con i detenuti». Il significato di queste parole don Franco Esposito le interpreta così: «Questo farsi compagni di cammino aiuta le persone a cambiare. Mai il giudizio e la condanna delle persone ma la loro salvezza combattendo il male. Ecco il meraviglioso messaggio lasciatoci da Papa Francesco. La presenza del Papa si è sentita a Poggioreale tanto che molti detenuti hanno portato dentro questo messaggio per cambiare la propria vita».