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venerdì, Luglio 4, 2025
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L’ex cognato dei Nuvoletta incolpato della sparizione di 360mila euro

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La sparizione di 300mila euro dalle casse di una società di Frattamaggiore rappresenterebbe uno snodo cruciale per la ricostruzione del legame associativo fra i diversi indagati nella maxi inchiesta sulle frodi sull’Iva e sul riciclaggio. C’è anche questo dettaglio nell’ordinanza di custodia cautelare che ha sgominato il consorzio criminale che aveva una filiera internazionale e nazionale.

Ci sarebbe stata una crisi nell’organizzazione in seguito alla presunta indebita sottrazione dell’importate somma da parte di Simone Liparulo, collaboratore dell’imprenditore palermitano Antonio Lo Manto ed ex cognato di Giovanni Nuvoletta. Quell’episodio di tensione avrebbe avuto effetti deflagranti nel circuito romano diretto da Marco Mezzatesta, finendo per intaccarne il rapporto fiduciario.

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Il ruolo di Liparulo

Secondo gli inquirenti, Liparulo avrebbe agevolato la collaborazione fra i diversi gruppi cooperando nella creazione di strutture societarie da utilizzare anche reperendo e facilitando l’investimento di risorse finanziarie del clan Nuvoletta, grazie ai legami familiari avuti fino al 2022, partecipando direttamente alle frodi carosello.

Le conversazioni intercettate dimostrerebbero non solo la reale riconducibilità della società di Frattamaggiore, ma anche i vincoli associativi tra gli indagati e di come le problematiche della sua gestione riguarderebbero Rodolphe Ballaera, Cosimo Marullo e Mezzatesta. La conseguenza sarebbe stata l’obbligo per i responsabili di ripianare progressivamente la perdita.

“I soldi degli altri non li devi toccare”

L’esatta quantificazione della somma ‘sparita’ emergerebbe dalla conversazione ambientale del 19 gennaio 2023. Lo Manto avrebbe ammonito Liparulo dell’assoluto divieto di toccare i soldi altrui, facendogli al contempo rilevare che soltanto il contesto lavorativo nel quale erano inseriti avrebbe consentito loro di recuperare quanto accaduto perché, diversamente, “qualcuno” avrebbe potuto non scordarsi della sottrazione dei 360mila euro con evidente rischiose conseguenze per tutti: “ …Ritornando al discorso…uno…i soldi degli altri…non li deve toccare…punto!…perché siamo finiti in un contesto dove il lavoro ci ha fatto recuperare…ma se finivi in un contesto dove non potevi farli recuperare …erano problemi…trecentosessantamila euro…non è che le persone se li scordavano… ”.

Gli inquirenti hanno riconosciuto Lo Manto come mediatore dei conflitti tra i diversi gruppi in merito alla gestione degli affari ed in caso di eventuali ammanchi di soldi. Inoltre l’imprenditore siciliano avrebbe favorito la collaborazione tra i diversi gruppi promuovendo contatti diretti e riunioni per la realizzazione di affari connessi al circuito del lavaggio dell’IVA.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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