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«Lo aspettavamo per farlo fuori», così il boss Angelino era entrato nel mirino

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Lo attendevano al varco. Pronto a punirlo. Antonio Angelino ha rischiato più volte di essere ucciso. La rivelazione è stata fatta ai magistrati da Vincenzo Iuorio, ex colonnello del clan Sautto-Ciccarelli in un lungo verbale del 19 ottobre 2020, verbale allegato all’ultima ordinanza che ha scompaginato i clan di Caivano. Secondo Iuorio Angelino, approfittando della debolezza dei Sautto-Ciccarelli, avrebbe iniziato a espandersi su Caivano, particolare questo non particolarmente gradito ai primi che rinfacciavano a ‘Tibiuccio’ di essere venuto meno agli accordi di spartizione del territorio:«Quando Antonio Angelino è stato scarcerato e i Sautto erano ancora liberi, si decise di dargli addosso perché sapevamo che poteva fare qualcosa per prendere il potere. Lui infatti era stato più di venti anni in carcere ed era un fedelissimo di Francesco Pezzella pan e ran. Noi giravamo per Caivano per vedere se lo acchiappavamo, un paio di motorini. Ma non lo abbiamo mai incontrato. Angelino non si è mai voluto incontrare con i Sautto finché erano liberi. Ha aspettato che i Sautto cadessero in disgrazia per approfittarne. Il Parco Verde e Caivano erano in mano a Tibiuccio e a Giannino Ciccarelli, in quanto Massimo Gallo è stato arrestato».

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I summit durante la latitanza

Un potere crescente quello di Angelino. Anche durante i mesi di latitanza come evidenziato nell’ultima ordinanza. L’aria nel clan di Caivano cambiò infatti già lo scorso 8 giugno quando i carabinieri condussero un un maxi blitz che portò a venti arresti. Quell’operazione dei carabinieri costrinse il boss a lasciare la cittadina ma, durante i summit con i suoi affiliati, si sarebbe preoccupato di aver informazioni aggiornate sulla “lista” delle estorsioni, manifestando così un vivo interesse nella vita della sua organizzazione. I primi summit con Angelino, risultati dalle intercettazioni, sarebbero avvenuti 14 e il 17 giugno 2023. Un ruolo di straordinaria fiducia è quello rivestito da Raffaele Bervicato tanto che in un’occasione il ras, come referente di Angelino, aveva ricevuto la richiesta di un noto camorrista di Frattamaggiore di ottenere un incontro con Tibiuccio.

IL SUMMIT PRIMA DELL’ARRESTO

Il pomeriggio del 6 luglio scorso, 3 giorni prima dell’arresto del capoclan, si sarebbe tenuto summit tra Antonio Angelino e i suoi sodali a San Cipriano di Aversa. Durante la serata, Raffaele Bervicato, presente alla riunione, avrebbe raccontato a Gianfranco che Tibiuccio avrebbe sostanzialmente rimproverato due persone anche loro presenti, al momento non identificate, in quanto non avrebbe rispettato le sue direttive.

Dunque l’irreperibile avrebbe sottolineato in maniera chiara che fosse sempre lui il reggente del clan, sfuriata emersa dalle parole intercettate al suo fedelissimo Raffaele Bervicato: «Ha detto: “se tenete questa testa, ha detto io prendo, scendo, ha detto togliete tutto il bordello da mezzo».

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