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Lo uccisero e gli tagliarono le mani:«L’omicidio di ‘Lello Bastone’ deciso in un summit a Giugliano»

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Ben prima di finire carbonizzato (insieme al suo autista Luigi Montò) per mano della Vanella Grassi, Raffaele Stanchi (conosciuto negli ambienti criminali con l’appellativo di ‘Lello Bastone’) era finito nel mirino degli Amato-Pagano. A spiegare ai magistrati come mai Stanchi era finito nel mirino di così tanti gruppi sono stati Carmine Cerrato ‘Taekendò’ all’epoca uno dei colonnelli di quelli di Melito, e Rosario Guarino, il famigerato ‘Joe Banana’ della Vanella Grassi:««Mariano Riccio e Carmine Cerrato, che prendevano le decisioni insieme, ingiuriarono Raffaele Stanchi perché a loro dire si era rubato tutti i soldi dei soci delle Case dei Puffi e dissero che era loro volontà uccidere Raffaele Stanchi. Io dissi che anche noi della Vanella lo volevamo uccidere perché non si era mai comportato bene con noi, favorendo esclusivamente Arcangelo Abete. Poi l’incontro finì».

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Quel duplice delitto aprì ufficialmente la terza faida. Una guerra studiata a tavolino come confermato dai pentiti che hanno parlato di un summit dove fu stabilita l’eliminazione del ras delle Case dei puffi:«In uno degli incontri con gli Amato-Pagano, svoltosi a Giugliano, c’erano Mariano Riccio, Carmine Cerrato, Mirko Romano, Francesco Paolo Russo detto ‘Cicciariello’ e Antonio Caiazza. Si discusse della possibilità di stringere un’alleanza di nuovo e io dissi che non c’era alcun problema. Io infatti ne avevo già discusso con Antonio Mennetta e Fabio Magnetti, coni quali si era deciso che se gli Amato-Pagano ci avessero rifornito di cocaina, avremmo dato loro la possibilità di allearsi nuovamente con noi».
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