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Striscione contro i Lo Russo, così vogliono intimorire i pentiti: ‘messaggio’ prima dei processi

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Un ‘messaggio’ chiaro e preciso. E’ quello fatto recapitare la scorsa notte ai Lo Russo, o meglio alla fazione dei Lo Russo che si è pentita, che ha scelto di collaborare con la giustizia. Nella seconda traversa di via Janfolla, nei pressi di una scuola, è stato esposto da ignoti uno striscione eloquente: “La vostra libertà puzza di infamità, via da questa città”. Chiaro il riferimento ai pentiti del clan che un tempo dominava Miano. Lo striscione era firmato con una svastica finale e scritto in caratteri ‘ultras’. La scritta è stata rimossa dalle forze dell’ordine intervenute sul posto, che hanno avviato anche le indagini per risalire agli autori.

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Gli investigatori, profondi conoscitori delle dinamiche criminali dell’area nord, sono convinti che quello striscione è direttamente legato a ciò che accadrà tra qualche giorno con il processo d’appello per l’omicidio di Genny Cesarano al rione Sanità, vittima innocente di camorra colpita durante una stesa dagli uomini dei Lo Russo contro i ‘Barbudos’, gli Esposito-Genidoni. Per quel delitto in primo grado sono stati condannati all’ergastolo Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto, Mariano Torre e Antonio Buono, tutti all’epoca giovanissimi ras sotto l’egida di Carlo Lo Russo reo confesso di essere il mandante di quella spedizione di morte. Dopo quella sentenza ci fu poi la decisione di Mariano Torre di collaborare con la giustizia, e adesso, secondo indiscrezioni filtrate in ambienti investigativi, Torre e Lo Russo potrebbero fare ulteriori rivelazioni su quella tragica notte e su altri delitti. Il timore è che altre persone potrebbero essere tirate in ballo: da qui lo striscione da parte di quei gruppi, come i Perfetto, che si considerano ‘traditi’ dai loro stessi parenti, i Lo Russo appunto. Oltre al processo Cesarano c’è un altra sentenza che ha dato un altro scossone al gruppo di Miano, quella sul triplice delitto Russo-Moscatelli. Ieri c’è stata la sentenza di condanna per esponenti dei Lo Russo e degli Amato-Pagano: il carcere a vita è stato decretato per due esponenti storici della cosca di Miano come Oscar Pecorelli e Oreste Sparano, due ras tirati in ballo proprio da Antonio Lo Russo, figlio dell’ex capoclan Salvatore, al momento della sua scelta di collaborare con la giustizia.

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