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Mafia. Ad un anno dalla morte di Riina si rischiano: “Atti di forza e forti tensioni”

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Lo scorso anno è morto Totò Riina, indiscusso boss di Cosa Nostra, evento che ha aperto il problema della successione. Secondo la relazione della Dia le cosche stanno attraversando: “Fase di riorganizzazione degli equilibri interni alla criminalità organizzata siciliana, nell’ambito della quale si registrano una latente conflittualità e tentativi di alleanze tra le consorterie. La scomparsa di Salvatore Riina costituisce, in tale contesto, un elemento da tenere in debita considerazione, perché foriero di sviluppi ancora non ben delineabili. Caratterizzata dal rischio di forti tensioni che potrebbero sfociare in atti di forza, con pericolose ripercussioni nell’immediato”.

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LA SUCCESSIONE DI MATTEO MESSINA DENARO

Nonostante il suo nome sia presente nella lista dei latitanti di massima pericolosità, la possibile leadership di Matteo Messina Denaro non è scontata: “Pure essendo egli l’esponente di maggior caratura tra quelli non detenuti, ed in grado di costituire un potenziale riferimento, anche in termini di consenso, a livello provinciale. I boss dei sodalizi mafiosi palermitani, storicamente ai vertici dell’intera organizzazione, non accetterebbero di buon grado un capo proveniente da un’altra provincia. Si sarebbe disinteressato delle questioni più generali attinenti cosa nostra, per poter meglio gestire la latitanza e, semmai, gli interessi relativi al proprio mandamento ed alla correlata provincia”.

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