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“Malelingue e bugie”, video trash su TikTok prima e dopo l’aggressione con l’acido a Napoli

Malelingue e bugie, video trash su TikTok prima e dopo l'aggressione con l'acido a Napoli
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Ci sono diversi video al vaglio degli investigatori, tutti precedenti al raid che ha portato al ferimento con l’acido di due ragazze da parte di una banda di donne, tra cui c’era anche la zia, unica individuata e che ha confessati. Un raid di vendetta dopo alcuni filmati sfottò e dissidi familiari, sfociati poi nella violenta aggressione. I video sono stati pubblicati su un profilo riconducibile al padre della ragazza fermata (e quindi al nonno delle due sorelle sfregiate). Alcuni di questi sono stati già acquisiti dalla Squadra Mobile di Napoli (che conduce le indagini su delega del pool Fasce Deboli della Procura) e potrebbero rivelarsi molto preziosi per ricostruire i contorni della vicenda, quei “contrasti familiari” che, secondo quanto emerso fino ad ora, sarebbero alla base dell’aggressione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì.

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Si tratta di filmati piuttosto espliciti e dal contenuto volgare; in molti compaiono la ragazza fermata e il padre, a volte anche la madre. Non vengono fatti nomi, ma i riferimenti sembrano indirizzati alle due sorelle e alla loro famiglia: si cita “sopra ai cagnazzi”, che corrisponde a vicoletto dei Cinesi, ovvero la zona dove abitano le due vittime, e il mestiere del padre, che fa l’idraulico. Le accuse sono rivolte sia alle ragazze sia alla madre, e di riflesso al padre.

In uno dei video, pubblicato il 24 maggio, ci sono tre donne, quella in primo piano mima il gesto di tagliare la gola mentre l’audio è una strofa di una canzone nella neomelodica Cinzia Oscar: “Io so’ na bella guagliona, ma saccio fa’ male a chi male mi fa”. Il profilo è stato aggiornato anche dopo il fermo della ventenne: è comparso un video, presumibilmente pubblicato dal padre, in cui si vede la ragazza nell’automobile della polizia con la scritta in dialetto “Come mi manchi, vita mia, tutto passa, ti amo”.

L’incendio della Smart e la lite sui social, i retroscena prima del raid con l’acido a Napoli

Ha 22 anni ed è la zia delle due sorelle sfregiate con l’acido a Napoli la donna sulla quale si è concentrata l’attenzione degli inquirenti della Squadra Mobile e della Procura di Napoli. La donna si è recata in Questura per dichiarare di essere stata lei l’autrice dell’insano gesto, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi per le nipoti. Gli investigatori l’hanno lungamente interrogata, in presenza del suo avvocato, lei ha risposto e non ha potuto negare dinanzi le prove evidenti rappresentatele. Il reato di “deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti del viso” le viene contesto in concorso. Alla base del gesto ci sarebbero gravi dissidi familiari. L’attenzione degli investigatori si concentrerà ora sui complici della donna che è stata sottoposta a fermo.

La donna fermata si era resa irreperibile nelle ore seguenti all’evento delittuoso, verificatosi la sera del 30 maggio, in zona Materdei, e ha spontaneamente rilasciato dichiarazioni, allo stato non riscontrate, in contrasto con il quadro probatorio acquisito

La circostanza, ritenuta il campanello d’allarme di una querelle che aveva preso una brutta piega, è emersa dalle indagini della Squadra Mobile che stanno cercando di fare luce su un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi. Dalle indagini è emerso che i social hanno avuto un ruolo determinante nell’esacerbare gli animi e alcune ipotesi formulate poco dopo l’aggressione hanno ceduto il passo alla convinzione che tutto abbia avuto origine nell’ambito di una vicenda sentimentale, ma non inquadrata in un tradimento.

Le attività della Procura, indaga la sezione “Fasce Deboli” coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, affiancata dagli investigatori della Squadra Mobile diretta da Alfredo Fabbrocini, avrebbero consentito di delineare l’accaduto e il contesto in cui il terribile gesto è maturato. E, quindi, non si esclude che l’attività investigativa possa giungere a delle conclusioni anche a breve termine. Particolarmente grave il reato ipotizzato dal sostituto procuratore Giulia D’Alessandro (“deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso”) che prevede pene tra 8 e 14 anni di reclusione.

Gli inquirenti hanno passato al setaccio i profili social delle persone coinvolte nell’aggressione che ha costretto le due giovani, una delle quali madre di una bimba, a ricorrere all’intervento dei sanitari del reparto “Grandi ustioni” dell’ospedale Cardarelli. Ascoltate anche parecchie persone (molte delle quali familiari e parenti delle vittime) ritenute dagli investigatori a conoscenza dei fatti e che hanno risposto alle domande del pm negli uffici della Questura.

L’attività sui social di una delle due ragazze si sono interrotte domenica scorsa, intorno alla mezzanotte e circa un’ora prima dell’aggressione: l’ultimo post, delle 23.58, è stato pubblicato per commentare di una sorta di proverbio – “Peggio della bugia che ha le gambe corte, c’è l’invidia che ha la lingua lunga” – con una frase costellata da emoticon che lascia trapelare la sussistenza di una querelle: “lingua lunga ma di bugie… precisiamo”. Un’ora dopo, intorno all’una di notte, è scattata l’aggressione.

Altro post dello stesso tenore dell’ultimo, la giovane l’ha pubblicato nel tardo pomeriggio di domenica (“quello che odiano di te è perché manca a loro”) e anche questo sembrerebbe riconducibile a una querelle di tipo sentimentale. Fa riferimento a presunte “malelingue”, invece, quello pubblicato, sempre domenica scorsa, per commentare un altro detto (“La gente vive di cattiveria, soffre di invidia e sputa veleno”): “Sputano veleno perke c’è tanta m… nella loro vita”, ha scritto la ragazza sul suo profilo social.

Sfregiate con l’acido, tre settimane fa a fuoco la Smart

Il primo avvertimento tre settimane fa, quando le fiamme hanno avvolto la Smart delle due sorelle di 24 e 17 anni, ustionate con l’acido la notte tra domenica e lunedì da un gruppo di persone – sei, tra cui tre ragazze – entrate in azione in sella a tre scooter all’una di notte  a Napoli.

Nuovo blitz con acido nel Napoletano, vittima una 52enne

Sarebbe stata avvicinata da una donna alla guida di un’auto e, quando si è accostata alla vettura richiamata da una richiesta della conducente, un’altra donna le ha lanciato sul viso del liquido urticante.

È quanto ha denunciato ai carabinieri di Torre del Greco (Napoli) una donna di 52 anni, che a causa di questo gesto – assai simile nella dinamica ma fortunatamente non nelle conseguenze a quello verificatosi a Napoli – ha riportato, come da referto medico, una ”dermatite da caustici con severo edema del volto e dolorosa congiuntivite”, giudicata guaribile in quindici giorni.

L’episodio, risalente a ieri mattina, è stato denunciato ieri sera ai militari dell’Arma. La donna ha spiegato di essersi trovata in via Vittorio Veneto, arteria centrale della città vesuviana, quando è stata avvicinata da un’autovettura di colore grigio. All’interno dell’abitacolo vi erano due donne, le quali hanno richiamato la sua attenzione con un gesto. Quando la 52enne si è avvicinata al finestrino della portiera lato conducente, l’altra donna che sedeva sul lato del passeggero le ha scaraventato del liquido sul viso.

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