«Associare mio figlio a certi ambienti criminali è assolutamente fuorviante. Lello era un bravo ragazzo che mi aiutava in casa, lavorava in un’impresa di pulizia e giocava al calcio. Chi si permette di offendere la sua memoria e la sua dignità con voci di un certo tipo sarà denunciato». Sono le parole dette stamane in un’intervista telefonica ad InterNapoli.it d Adelaide Porzio, la mamma di Raffaele Perinelli, il giovane calciatore accoltellato mortalmente al cuore sabato sera attorno alle 20 non a Miano, quartiere dove la vittima era cresciuta in un’abitazione di via Caprera prima di spostarsi a Secondigliano con la mamma. Il responsabile della sua morte è Alfredo Galasso un 31enne anch’egli di Miano e con il quale a quanto parte Perinelli aveva avuto una discussione fuori da un locale qualche giorno fa. Da lì, sarebbe scattata la vendetta dell’omicida. Oltre a sopportare un terribile dolore per la perdita di un figlio, Adelaide si mostra adirata. «In queste ore –dice – sui giornali, tg e siti sono uscite cose false sul conto di Lello che facevano presupporre una sua vicinanza a brutti ambienti. I padri uno non se li sceglie e sottolineo ancora una volta che a certe dinamiche è sempre stato estraneo. Aveva una vita come tanti bravi ragazzi della sua età, coltivando la sua grande passione per il pallone». Su quanto accaduto, la signora Porzio poi racconta: «Mio figlio sabato mi aveva accompagnato a fare la spesa e poi era andato dal barbiere. Poco dopo, erano circa le 20, è stato ferito al cuore da una persona che a quanto pare camminava già da una settimana con un coltello da cucina in tasca, per me si tratta di un omicidio premeditato. Invece di indagare sulla nostra famiglia, i giornalisti andassero a capire invece chi era il ragazzo che lo ha strappato a me e alla vita. La sua famiglia, lui quando devono litigare si portano con sé coltelli e forbici. L’avvocato rinunciasse a difendere il responsabile della morte di Lello». Nei prossimi giorni è intenzione della famiglia Perinelli di organizzare una fiaccolata nel quartiere, per ricordare il ragazzo e gridare basta alla cieca violenza come quella che consegnato alla morte una promessa del calcio.