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Furto nella scuola ‘Carlo Levi’ di Marano, rubati tutti i computer degli studenti

Furto nella scuola 'Carlo Levi' di Marano, rubati tutti i computer degli studenti
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Di Angelo Covino

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Marano. Un vergognoso furto è stato compiuto nella notte tra venerdì e sabato scorso ai danni dell’Istituto Comprensivo Statale Carlo Levi in via Giovanni Falcone, strada che rappresenta il simbolo della legalità, dedicata a Giovanni Falcone, magistrato ucciso dalla mafia.

Nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 marzo, ignoti, presumibilmente due, tre persone, dopo essersi introdotti all’interno dell’Istituto superiore dal retro dell’edificio, forzando la finestra, si sono impossessati di tutti i computer a disposizione dell’istituto utilizzati dagli oltre 1300 ragazzi e da circa 130 docenti per le attività didattiche. E non solo. I ladri hanno saccheggiato anche la piccola buvette interna.

Ad accorgersi del furto e a lanciare per primo l’allarme alla centrale operativa dei carabinieri è stato il custode. Sul posto, nella mattinata di ieri, sono giunti i Carabinieri della locale Stazione, insieme ai colleghi della Sezione Operativa per i rilievi di rito e le indagini del caso che guardano a trecentosessanta gradi per non trascurare alcun dettaglio. La scuola, infatti, è provvista di un impianto di videosorveglianza da poco ristabilita. E l’aiuto potrebbe venire proprio dalle riprese a circuito chiuso. I carabinieri della locale Compagnia, diretta dal Capitano Alberto Leso, visioneranno anche i filmati delle telecamere poste nelle immediate adiacenze della scuola.

L’intervento di don Luigi Merola

Per l’Istituto è certamente è un bel danno, perché anche questa volta gli studenti restano senza computer. Sulla vicenda è intervenuto il parroco anticamorra, nonché cittadino maranese, Don Luigi Merola che ha condannato il vile gesto: “Ci auguriamo che lo Stato faccia vedere la sua forza e che in poche poche ore assicuri alla giustizia questi vandali. Ho anche difficoltà a trovare un termine per qualificarli. Rubare computer da una scuola che forma i cittadini del domani, significa rubare loro il futuro e non offrirgli la possibilità di riscattarsi”.

La struttura non è nuova a questi furti. Un raid condannato duramente dalla dirigenza scolastica e dagli studenti.

 

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