Si è avvalso della facoltà di non rispondere Massimiliano Di Caprio, 50enne titolare della pizzeria “Dal Presidente” di via Tribunali: l’imprenditore ha però detto al gip, che lo ha interrogato all’interno del carcere dove è detenuto da martedì, di essere estraneo ai fatti contestati.
Probabile che i legali vogliano avere più tempo per poter studiare nei particolari l’ordinanze e mettere in piedi una linea difensiva, prima di decidere su un eventuale interrogatorio da rendere ai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta.
L’inchiesta riguardante il clan Contini, operante nel cuore di Napoli, ed il riciclaggio di denaro attuato dalla cosca malavitosa nel campo della ristorazione. La guardia di finanza, oltre a Di Caprio, ha tratto in arresto la sua ex moglie Deborah Capasso, il cognato Vincenzo Capozzoli, esponente del clan Contini e ritenuto titolare occulto della pizzeria. Ai domiciliari sono, invece, finiti, la commercialista Giulia Nappo e l’ispettore di polizia Guido Albano, accusato di essere in società di fatto ma non giuridica con Di Caprio per quanto riguarda un panificio in prossimità della pizzeria Dal Presidente finita sotto sequestro.
La storia societaria della famosissima pizzeria è abbastanza intricata. Ad oggi ne è giuridicamente titolare l’ormai ex moglie di Di Caprio, Deborah Capasso, ma sarebbe totalmente gestita da Di Caprio per conto del cognato Capozzoli.
Della vicenda ne ha parlato anche il collaboratore di giustizia Gennaro De Tommaso, detto Genny a’ carogna, il quale ha indicato anche le modalità con le quali la criminalità si sarebbe impossessata della pizzeria. Per soli 30mila euro l’attività sarebbe finita a Di Caprio, per ‘coprire’ un debito maturato con lo stesso Caprio.
Pizzeria Dal Presidente, le dichiarazioni del collaborato di giustizia De Tommaso
Originariamente Ernesto Cacialli, oggi deceduto, era uno dei soci della pizzeria Di Matteo. Successivamente ne uscì a seguito di una controversia fondando la pizzeria “il Presidente”. Quando Ernesto mori la pizzeria fu rilevata dal figlio Vincenzo (non indagato, ndr). Questi aveva una difficoltà economica tant‟è che venne anche da me a chiedere 30.000 euro che non potetti dargli, e si rivolse a Di Caprio per soddisfare questa sua necessità che, in corrispettivo, entrò a far parte della pizzeria come socio. Successivamente, essendo il Cacialli cocainomane, cedette le sue quote residue al Di Caprio che è rimasto l‟unico proprietario della pizzeria anche se non so se sia il formale intestatario della società. Di Caprio, che ha recentemente aperto una succursale della pizzeria sull‟isola dì Capri è il cognato di Vincenzo a Miseria, affiliato al clan Contini. Che io sappia non ci sono altre note pizzerie facenti capo ad esponenti della camorra.
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