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Matteo Messina Denaro, terra bruciata intorno al boss dopo l’arresto: le foto che hanno incastrato la famiglia insospettabile

Matteo Messina Denaro
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Continuano gli arresti tra i favoreggiatori di Matteo Messina Denaro e della sua latitanza; in manette anche Emanuele Bonafede, nipote del vecchio boss di Campobello, e la moglie Ninfa Lorena Lanceri.

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La latitanza di Matteo Messina Denaro 

Oramai non è più un mistero che il boss Matteo Messina Denaro si muovesse liberamente all’interno del suo paesino, protetto da alcuni favoreggiatori. La domenica del 15 gennaio, il giorno prima del suo arresto, il boss si è addirittura concesso un pranzo a casa di amici. Quest’ultimi sono Emanuele Bonafede e sua moglie Ninfa Lorena Lanceri. Entrambi sono stati arrestati, due mesi dopo dal termine della latitanza del boss delle stragi, accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, reati aggravati dall’agevolamento a Cosa Nostra.

Non è infatti solo il “pranzo domenicale” ad essere incriminato; secondo gli inquirenti i due avrebbero fornito assistenza che avrebbe agevolato la pluriennale latitanza. L’inchiesta condotta dai militari del colonnello Lucio Arcidiacono, e coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai due pm Piero Padova e Gianluca De Leo.

Una ‘famiglia’ vicina al boss 

L’identikit di Emanuele Bonafede rilascia svariate informazioni sulla sua posizione all’interno della latitanza. Quest’ultimo non è infatti solo nipote del boss di Campobello ma anche cugino di Andrea Bonafede. Questo il nome che compariva sulla falsa carta d’identità di Matteo Messina Denaro durante gli ultimi anni della sua latitanza. Emanuele è quindi il cugino di colui che ha prestato la propria identità al boss delle stragi, ma la sua vicinanza al boss non termina qui. Emanuele è infatti anche fratello di Andrea Bonafede jr, colui che faceva ottenere le prescrizioni sanitarie a Matteo Messina Denaro compilate dal medico Alfonso Tumbarello.

Oltre alla sua vicinanza “passiva” al boss, che di per se non avrebbe reso lui stesso colpevole, Emanuele Bonafede è stato parte attiva della latitanza del boss. Secondo gli inquirenti infatti lui e sua moglie avrebbero ospitato “in via continuativa e per numerosi giorni” il boss in casa loro. Permettendo così a Matteo Messina Denaro di “mantenere quella apparenza di vita normale che ha senza dubbio costituito uno dei pilastri della pluridecennale capacità di Messina Denaro di nascondersi e mimetizzarsi pur rimanendo attivo sul proprio territorio“.

Le foto di Matteo Messina Denaro 

Ad incastrare la coppia sono state le telecamere di cui tutta Campobello è tappezzata. Le registrazioni e le foto mostrano il boss uscire indisturbato dall’abitazione della coppia, questo avveniva anche grazie ai controlli dei Bonafede. La famiglia infatti era molto attenta alla presenza di forze dell’ordine, sono quindi accusati di aver “prolungato assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza“.

Ad incastrarli è un ulteriore foto scatta un paio di anni fa nel salotto della coppia. Un corpo, quello di Matteo Messina Denaro, con il volto tagliato un sigaro in una mano e nell’altra un bicchiere di Cognac. Quest’ulteriore scatto dimostrerebbe la lunga complicità della coppia. Centrale anche il ruolo di sua moglie Lorena Lancieri, parte del circolo di comunicazione che aiutava il boss a rimanere in contatto con i suoi fedelissimi e con la famiglia.

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