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Dai rapporti con Imperiale all’alleanza con Fuorigrotta, la ‘diplomazia’ dei Sorianiello nelle mani di Mazzaccaro

Dai rapporti con Imperiale all’alleanza con Fuorigrotta, la ‘diplomazia’ dei Sorianiello nelle mani di Mazzaccaro
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Fino a due anni fa il suo nome era conosciuto soltanto dai poliziotti più esperti e da coloro che trattano droga all’ingrosso. Profilo basso, nessun eccesso, casa-famiglia-piazza e un modo di trattare con i fornitori che non lasciava nulla al caso. Questo il profilo tracciato da numerosi collaboratori di giustizia di Giuseppe Mazzaccaro, ‘Peppe della 99’, reggente del clan Sorianiello di via Catone e soprattutto cognato del boss Alfredo ‘o biond. Un personaggio di assoluto spessore criminale tanto da trattare droga con pezzi da novanta del narcotraffico internazionale come Raffaele Imperiale, il vero ‘regista’ della faida di Scampia.

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Nell’ultima ordinanza abbattutasi come uno tsunami sul clan Sorianiello viene tracciato un profilo più accurato del ras ‘ideatore’ dell’accordo con gli Iadonisi di Fuorigrotta, accordo culminato in un summit con tanto di mitra imbracciati dagli uomini della 99. Mazzaccaro, nonostante l’assoluto spessore criminale, non viene lesinato da critiche soprattutto per la gestione poco oculata delle casse del clan come ribadito in più di un’occasione dallo stesso boss Alfredo Sorianiello.

In questi anni sono tanti i collaboratori di giustizia che hanno parlato del clan della 99 indicata come il gruppo attualmente dominante nel panorama flegreo, capace di tessere trame e alleanze con i maggiori gruppi della zona e di ottenere l’assoluto monopolio della vendita all’ingrosso e al dettaglio della droga nelle piazze del Rione Traiano.

Le rivelazioni di Genny Carra su ‘Peppe della 99’

Il primo a puntare il dito contro gli uomini di Alfredo Sorianiello ‘o biond è stato Genny Carra, l’ex ras dei Cutolo della 44. Il gruppo che proprio con i Sorianiello ha, fino a poco tempo fa, diviso il quartiere. Proprio Carra è quello che tirò in ballo Mazzaccaro in relazione all’omicidio di Luca Megali. Un barbiere che con la malavita non aveva nulla a che fare e che pagò con la vita l’essere imparentato ad Antonio Megali. Un omicidio nato per vendicare la morte di Fortunato Sorianiello, figlio del boss, ucciso dal gruppo Tommaselli (a cui Antonio Megali apparteneva). Un delitto che avrebbe potuto innescare una guerra senza fine. Carra, oltre che di tali vicende, ha spiegato ai magistrati anche il contesto in cui maturò tale guerra evidenziando il probabile coinvolgimento dei Sorianiello (al momento per quell’omicidio non c’è alcun indagato) in un altro delitto, quello di Gennaro Parisi, ex factotum del boss Carlo Tommaselli. 

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