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venerdì, Luglio 4, 2025
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Melito. Soldi e affari dietro l’omicidio del prof, rapporti economici tra Porcelli e Toscano

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Sarebbe stato ucciso durante l’orario scolastico, mentre gli alunni erano impegnati nelle lezioni, Giuseppe Porcelli avrebbe ammazzato nel retro della scuola il prof Marcello Toscano, l’insegnante di sostegno trovato morto nel cortile della scuola media di Melito dove lavorava era prossimo alla pensione e sognava di andare a vivere in Cilento.I suoi progetti e i suoi sogni sono stati spezzati per mano di chi lo ha ucciso con diverse coltellate e lo ha lasciato in una pozza di sangue nascosto tra le piante di un’aiuola.

Dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza e da tracce ematiche trovate sui suoi vestiti ad esser accusato di omicidio volontario é stato un collaboratore scolastico che avrebbe ucciso l’insegnante tra le 12 e le 12.30, ovvero mentre alunni e docenti stavano facendo ancora lezione.

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Il movente economico

Come anticipato da InterNapoli alla base dell’omicidio non ci sarebbero questioni inerenti al loro rapporto lavorativo ma a questioni strettamente personali di carattere economico. Porcelli pare avesse chiesto un prestito a Toscano. Soldi che Toscano esigeva. Da lì sarebbe nata una discussione che ha portato poi all’omicidio.

Le indagini hanno escluso tensioni tra i due sorte nell’ambito scolastico, questioni sentimentali o legate al ruolo politico svolto dal docente, in passato  consigliere comunale a Mugnano. L’ipotesi più accreditata è quella di uno scontro per motivi economici, pare un debito contratto dal collaboratore scolastico con il professore. Una notizia confermata da alcuni testimoni.

L’unica figlia del presunto assassino si è intanto scusata con la famiglia della vittima: “Ci vergogniamo per quel che è accaduto – spiega la ragazza – Se le ipotesi investigative dovessero trovare conferma, chiediamo fin da ora scusa ai suoi familiari, anche se so che le scuse in questi casi servono a ben poco”.

 Porcelli ora si trova nel carcere di Poggioreale in attesa della convalida del fermo. E’ stato ascoltato per diverse ore nella caserma dei carabinieri di Marano, ma sulle sue parole c’è il massimo riserbo. Se l’esame del Dna dovesse confermare che le tracce ematiche trovate su alcuni suoi indumenti sono compatibili con il sangue della vittima, la sua posizione si complicherebbe in maniera praticamente irreversibile.

I video delle telecamere di sorveglianza 

I carabinieri hanno acquisito anche i video, registrati dai sistemi di videosorveglianza installati nella zona, ritenuti, anche questi, di rilevante importanza. Quanto accaduto all’interno dell’istituto “Marino Guarano” martedì, verosimilmente durante l’orario in cui docenti e alunni stavano facendo lezione, ha destato particolare allarme. Per il procuratore di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, “le famiglie sono state profondamente oltraggiate dalla circostanza che i loro figli si siano trovati di fronte a in una situazione così penosa”. La Troncone ha chiesto “maggiore attenzione” per quel territorio, sul quale, il suo ufficio giudiziario opera “in una situazione di estrema criticità e con un forte sottodimensionamento”.

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