Era il 7 novembre del 2022 quando Ciro Oliva si presentò ai carabinieri di Cercola per denunciare di essere stato minacciato dai Mazzarella e De Micco a causa di un debito di droga. Sentitosi in pericolo il 49enne avrebbe consegnato circa 13 grammi di cocaina chiedendo di essere arrestato, inoltre, i militari trovarono altri 22 grammi di droga anche nella sua abitazione a Pomigliano d’Arco.
Anche il 27 gennaio del 2023 Oliva ha fatto riferimento a presunte minacce subite da un altro importante clan avvenute dopo la sua scarcerazione: “L’ultima volta che si è presentato G. è stato ieri sera, nell’occasione, mi ha detto che era venuto a nome del clan Di Lauro poiché era stato avvicinato da tale F. V, persona da cui mi rifornivo di cocaina e con cui ho un debito di 7/8mila euro per una fornitura non pagata. Sono venuto in contatto V. per il tramite di C.M. G. mi ha detto che sono in pericolo di vita anche con i Di Lauro“.
I debiti con i Mazzarella e i De Micco
Era sicuro di essere entrato nel mirino del clan Mazzarella e dei De Micco a causa di un enorme debito, così Ciro Oliva si è presentato alla tenenza dei carabinieri di Cercola per vuotare il sacco lo scorso. “Ritengo di poter essere vittima di un agguato poiché sono debito di 20mila euro con i De Micco e 150mila con il clan Mazzarella, denaro relativo all’approvvigionamento di cocaina che smerciano sull’area di Mondragone e Benevento, rifornendo i gruppi criminali locali. Nella mia disponibilità ho 13 grammi circa di cocaina, stupefacente destinato alla vendita che avrei fatto personalmente nel quartiere di Ponticelli e nell’hinterland vesuviano“.
Emerge anche questo particolare dall’indagine dei carabinieri di Cercola, coordinata dalla Dda di Napoli, che la scorsa settimana portò alla notifica di 10 misure cautelari tra cui cinque arresti in carcere, oltre a divieti di dimora e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
Poi il 12 aprile del 2023 Oliva decise di ritrattare le sue dichiarazioni a causa del rifiuto dei familiari di seguirlo nel suo percorso di collaboratore di giustizia. Secondo la Dda di Napoli, però, il passo indietro del 49enne sarebbe stato causato delle minacce condotte dalle organizzazioni criminali nei confronti dei suoi familiari.