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sabato, Aprile 27, 2024
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Mitra puntato contro la polizia, in quattro fanno scena muta davanti al gip

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Hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere tre delle quattro persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare, la seconda in meno di un mese, perchè scoperti a Ponticelli armati. Si tratta di Ciro Giovanniello, Giuseppe Iacovelli, Vincenzo Barbato e Giuseppe Damiano. I quattro devono rispondere a vario titolo delle accuse di armi e resistenza a pubblico ufficiale, reati aggravati dalla finalità mafiosa, in quanto avrebbero agevolato l’organizzazione di appartenenza, denominata clan De Luca Bossa. In cinque furono arrestati lo scorso settembre (leggi qui l’articolo): a bloccarli gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale che, durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in viale delle Metamorfosi notarono cinque persone a bordo di un’auto che, alla loro vista, si diedero subito alla fuga nonostante fosse stato loro intimato l’alt. L’inseguimento terminò all’angolo con via Bronzi di Riace dove, dopo aver impattato contro la volante, il conducente, sceso dall’auto, estrasse una pistola mitragliatrice verso i poliziotti cercando poi di fuggire. Tentativo vano visto che il ‘commando’ fu poi bloccato dagli agenti. Il fatto che fossero armati spinse gli inquirenti ad ipotizzare un nuovo ‘capitolo’ della guerra che dura da mesi tra i De Luca Bossa e i De Martino ‘XX’. Gli indagati hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere ai quesiti del gip, senza rendere neppure dichiarazioni spontanee tranne Giuseppe Veneruso, autoaccusatosi di aver puntato la pistola contro i poliziotti.

 

La guerra di camorra a Ponticelli: i De Luca Bossa contro i De Martino ‘XX’

Sono stati i collaboratori di giustizia a descrivere la guerra in corso a Ponticelli tra i De Luca Bossa (alleati con i Casella) e i De Martino ‘XX’. Una guerra iniziata con le minacce ai pusher delle piazze di Ponticelli per cercare di sopraffare gli avversari. Grazie al contributo dei collaboratori di giustizia che hanno raccontato il ruolo e i profili dei giovani impegnati nelle minacce ai pusher del Rione De Gasperi. Rosario Rolletta, ex voce di dentro prima dei De Micco e poi dei De Martino ha spiegato questa nuova fase della guerra. Il suo ultimo verbale datato 10 marzo è significativo: «Ciro Uccella appartenente al clan De Martino per il quale si occupa di estorsioni. Riconosco Vincenzo Di Costanzo detto ‘o gabibbo il quale è un tuttofare del clan e nello specifico custodisce le armi, vende la droga ed esce per fare gli agguati. Salvatore Cardillo si occupa prevalentemente di estorsioni e di recupero delle armi. Pietro Frutto si occupa di estorsioni e di armi».

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Il pentito Rolletta contro i De Martino ‘XX’

Rolletta poi si sofferma sulle minacce e sulle ritorsioni messe in atto ai pusher della zona: «Nel periodo di settembre/ottobre 2020, quando il gruppo De Martino si era già scisso dal cartello per le ragioni che ho già indicato, ci contrapponevamo ai De Luca Bossa-Casella anche nelle estorsioni alle piazze. Nel Rione De Gasperi vi sono due piazze di spaccio di crack gestite rispettivamente da “o’Nippolo”. di cui non conosco il nome e da (….) dalle quali prendevamo la settimana. A prendere le quote dalle piazze erano principalmente Pietro Frutto ed Alessio, nonché il Gabibbo. Ricordo che mandammo a chiamare o’Nippolo appena avvenne la spaccatura e lui non si presentò, motivo per cui Pietro Frutto ed Alessio sottrassero al figlio un’autovettura di colore bianco che venne restituita solo quando il Nippolo e (…) vennero a portarci 3.500 euro, accordandosi per il pagamento di una quota al nostro gruppo. Per un breve periodo queste due piazze di spaccio hanno pagato sia noi che i Minichini-De Luca Bossa-Casella».

Le minacce degli XX alle famiglie dei pusher:«Vi piazziamo una bomba sotto casa»

A sostegno di queste dichiarazioni ci sono poi anche delle intercettazioni che vedono come protagonisti due dei fermati di ieri, Pietro Frutto e Ciro Uccella. Quest’ultimo si rivolge ad una donna e con tono minaccioso le dice:«Dovete fare un’imbasciata al figlio del nippolo che lui qui non deve vendere più nè lui nè la madre, mi devono portare 5mila euro ma non devono fare niente più». Nella conversazione poi interviene Frutto che minaccia la donna di consegnare il denaro, in caso contrario potrebbe posizionare un ordigno presso la loro abitazione asserendo che, nel quartiere, si starebbe sottovalutando la forza degli XX:«Vi stiamo facendo un piacere pure a voi….Sì….”ò Tarali” ha una chance in più perché si è sempre comportato bene, Francesco! Altrimenti stasera vengo, gli metto una bomba fuori la porta e lo faccio saltare in aria! Così….a zia…Voi gli dite queste parole….Sì è messo a vendere l’erba».

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