Una vedova di camorra e una relazione che non piaceva ai vertici del clan. C’è anche questo nei verbali di Salvatore Tamburrino, vera ‘voce di dentro’ del clan Di Lauro che ai magistrati ha raccontato anche la ‘quotidianità’ del gruppo che per trent’anni aveva l’assoluto monopolio dei traffici di droga nell’area nord. Naturalmente evitiamo di omettere i riferimenti sui nominativi ma ricostruiamo il racconto fatto dal pentito. «Mi ricordo di una discussione con…. perchè…. aveva una relazione con la moglie del defunto…per cui io e …. lo volevamo uccidere». Tamburrino ha spiegato ai magistrati che questa relazione non piaceva ai vertici del clan perché violava quelle ‘leggi non scritte’ nei codici della malavita. Quell’omicidio non fu realizzato ma Tamburrino ha spiegato che l’affiliato al centro della vicenda da quel momento non fu più visto di buon occhio.
“Relazione con la vedova di camorra, l’affiliato doveva essere ucciso”, la rivelazione del pentito dei Di Lauro
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