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Napoli. Murales dei baby rapinatori, il prefetto: “Vanno rimossi, ma il Comune tace”

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Gli episodi di cronaca continuano a ripetersi a Napoli. Dagli agguati di camorra, alle rapine in “diretta” la città è tornata ad occupare le pagine di “nera” italiane. A gestire l’ordine pubblico in città, in un momento certamente delicato, è Marco Valentini. Il prefetto, in una lunga intervista rilasciata al Mattino, ha ripercorso molti dei principali episodi di cronaca chesi sono consumati in città negli ultimi mesi. Si è rivolto  ai genitori che hanno il compito di educare un figlio nella nostra area metropolitana: «Insistere sulla scuola, al riparo dai guadagni facili», lontano dal crimine che porta – nella migliore delle ipotesi – al carcere. Poi al Comune, chiedendo che vengano rimossi quei murales di recente dedicati ai babyrapinatori uccisi da forze dell’ordine durante i loro colpi: «Ho chiesto più volte al Comune di far conoscere la sua posizione, perché per parte nostra questi murales sono un pessimo segnale e andrebbero rimossi. Stiamo aspettando una risposta».

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La polemica era nata all’indomani dell’agguato in cui è rimasto ucciso Ciro Caifa, padre di Luigi, il 17enne rimasto ucciso nelle concitati fasi di una rapina. Fu proprio il padre, a poche settimane dalla sua morte, a commissionare e far realizzare un murales in memoria del figlio. Già nelle prime fasi della realizzazione, molti residenti del quartiere erano insorti denunciando il cattivo messaggio del ‘graffito’. All’indomani dell’agguato che ha visto vittima il papà Ciro le proteste si sono fatte più pressanti.

“Mi dispiace che in alcuni quartieri della città sia consentito celebrare con dei murales ragazzi che sono rimaste vittime di conflitti a fuoco con le Forze dell’ordine, come se si trattasse di eroi. Ho chiesto più volte al Comune di far conoscere la sua posizione, perché per parte nostra questi murales sono un pessimo segnale, e andrebbero rimossi. Stiamo aspettando una risposta” ha dichiarato Valentini. “Il rischio – ha continuato – è che si alimenti un disvalore, che si promuova uno stile di vita meritevole di celebrazione. Lo dico, ribadendo il dolore e la compassione per la morte di due ragazzi”.

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