Dodici calciatori che militano o hanno militato in Serie A, tra cui gli stessi Tonali e Fagioli, sono indagati per scommesse su siti illegali tra il 2021 e il 2023. I giocatori utilizzavano orologi di lusso come moneta di scambio per saldare debiti di scommesse, tramite una gioielleria milanese. L’accusa penale è lieve, ma rischiano provvedimenti dalla giustizia sportiva. A riportare la notizia in esclusiva è Luigi Ferrarella sul Il Corriere della Sera.
Sia chiaro, nessuno degli indagati coinvolti si è mai ‘venduto’ le partite, anzi qualcuno mostra di aver giocato per lo più su altre discipline. Gli episodi, risalenti al bienni dicembre 2021-ottobre2023, sarebbero accaduti principalmente per riempire il “troppo” tempo libero nei ritiri delle proprie squadre e soprattutto della Nazionale. Tuttavia, è emerso che una gran parte dei loro guadagni è finita nelle mani di due gestori di piattaforme illegali di scommesse online, Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera. Le indagini, condotte grazie al sequestro di telefoni nel 2023 dalla Guardia di Finanza di Torino, hanno rivelato che numerosi calciatori di Serie A, tra cui il centrocampista del Milan Sandro Tonali (oggi al Newcastle) e il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli (oggi alla Fiorentina), avevano trasferito ingenti somme di denaro ai due scommettitori. Secondo gli inquirenti, De Giacomo e Fizzera si sarebbero fatti aiutare da tre amministratori di una gioielleria milanese, Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini, che fungevano da “banca” per gestire in modo occulto i conti legati alle scommesse.
Rolex come moneta
I calciatori, infatti, inizialmente ricevevano un ampio credito dagli organizzatori delle scommesse. Poi, man mano che il debito cresceva e diventava difficile da gestire, venivano indirizzati verso la gioielleria, dove, apparentemente, saldavano il loro debito acquistando orologi di lusso come Rolex, con bonifici perfettamente tracciabili. Tuttavia, questi orologi restavano in negozio, sotto il controllo degli organizzatori delle scommesse, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura impeccabile che documentava l’acquisto simulato.
In relazione all’accordo contestato tra gli organizzatori delle scommesse illegali e i titolari della gioielleria utilizzata per nascondere il flusso di denaro, oggi la squadra della GdF della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano ha eseguito il sequestro di 1,5 milioni di euro, disposto dalla giudice per le indagini preliminari Lidia Castellucci, sui conti della società che gestisce il negozio di orologi. I pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini, nell’ambito dell’indagine per riciclaggio, hanno chiesto gli arresti domiciliari per i tre amministratori del negozio: il socio di maggioranza Scinocca, il socio di minoranza e amministratore Parise, e l’ex socio ora dipendente Piccini. Inoltre, per l’accusa di esercizio abusivo delle scommesse (reato punibile con pene da 3 a 6 anni), è stata richiesta la misura degli arresti domiciliari anche per i due presunti gestori delle piattaforme di gioco illegale: Di Giacomo, che operava dalla propria legittima sala scommesse della Snai, estranea alla vicenda, e Frizzera, che si occupava anche della risoluzione dei problemi tecnici dei siti illegali. La giudice delle indagini preliminari deciderà sulle richieste di arresto dopo aver acquisito, nei prossimi giorni, la difesa degli indagati nell’ambito dell'”interrogatorio preventivo” previsto dalla nuova procedura della legge Nordio.
L’origine della vicenda
Dal punto di vista penale anche i calciatori che hanno scommesso dovranno affrontare un’ipotesi di reato. Tonali e Fagioli, che pure hanno già saldato i propri conti con la giustizia sportiva attraverso squalifiche e multe, ora, si legge sul Corriere della Sera, “risultano comunque indagati per la contravvenzione punita (con l’arresto sino a 3 mesi e una ammenda sino a 500 euro) dal secondo e terzo comma dell’articolo della legge 401 del 1989: cioè in parte per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker (soprattutto Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com, Texinho.com) gestite secondo gli inquirenti da De Giacomo e Frizzera con un coindagato arbitro di serie D e amico della sorella di Tonali, Pietro Marinoni; e in parte per averle pubblicizzate tra altri calciatori anche con l’intermediazione dell’apertura dei conti di gioco e la consegna di soldi per conto di altri scommettitori, in cambio venendo gratificati dai gestori delle scommesse illegali con l’accredito di bonus sui propri conti di gioco o con riduzioni dei propri debiti”.
I nomi coinvolti
Una ventina di calciatori sono indagati invece per il comma 3 della legge del 1989, per l’ipotesi (emersa dall’analisi delle chat sequestrate a Tonali, Fagioli e De Giacomo) che, nello stesso periodo, abbiano partecipato su piattaforme illegali gestite da De Giacomo, Frizzera e Marinoni, non a scommesse sul calcio, ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In particolare, si trattava di partite di poker online, in cui gli organizzatori potevano creare “stanze chiuse” protette da password e decidere chi partecipava al gioco.
La contravvenzione non rappresenta un problema grave dal punto di vista penale, poiché può essere sanata mediante oblazione, ossia pagando la metà dell’ammenda massima prevista, che in questo caso ammonta a 250 euro. Tuttavia, la contestazione potrebbe avere conseguenze più dannose per i calciatori sul piano disciplinare, poiché potrebbe attivare la giustizia sportiva, con la possibile richiesta di trasmissione degli atti alla Procura della Federcalcio.
I nomi coinvolti sarebbero quelli del centrocampista del Milan Alessandro Florenzi (campione d’Europa nel 2021 con la Nazionale), dell’allora attaccante della Roma Nicolò Zaniolo (oggi alla Fiorentina), del portiere della Juventus Mattia Perin e del centrocampista americano Weston McKennie, degli ex juventini argentini campioni del mondo Leandro Paredes e Ángel Di María, del difensore della Nazionale e dell’Atalanta Raoul Bellanova (all’epoca all’Inter e al Torino), del centrocampista della Nazionale e del Torino Samuele Ricci (all’epoca all’Empoli), dell’attaccante del Padova Cristian Buonaiuto (all’epoca alla Cremonese), dell’attaccante Matteo Cancellieri (Lazio ed Empoli, oggi al Parma), del difensore dominicano Junior Firpo (Leeds United), del tennista Matteo Gigante, e di una decina di persone non legate al mondo sportivo.
Tonali più sincero di Fagioli
Per gli inquirenti, le dichiarazioni di Tonali sono state considerate più sincere rispetto a quelle di Fagioli. Quest’ultimo, nel negare di aver mai spinto amici e colleghi a diventare clienti delle scommesse illegali gestite da De Giacomo, e nel sostenere di non aver ricevuto benefici da parte di quest’ultimo, come riduzioni del debito o accrediti di bonus, avrebbe fornito una versione che è stata contraddetta da alcuni contenuti rinvenuti nei telefoni degli indagati.