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Omicidio della piccola Elena, la madre rivela: “L’ho colpita alle spalle perché non volevo guardare”

Omicidio della piccola Elena, la madre rivela: "L'ho colpita alle spalle perché non volevo guardare"
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La mamma l’ha colpita senza guardarla. L’omicidio di Elena Del Pozzo, per i magistrati, è premeditato. “L’unica spiegazione logica e plausibile della dinamica degli eventi è quella che Elena sia stata vittima di un preordinato gesto criminoso, meditato e studiato dalla madre”. Lo scrive il Gip Daniela Monaco Crea nell’ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti di Martina Patti per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della figlia.

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Per il giudice la 23enne è «lucida e calcolatrice», ha ucciso la bambina, «vittima di una morte violenta e anche lenta». Con tecniche che fanno ritenere debba «essere stata necessariamente nel pieno delle sue facoltà», trovandosi «in condizioni fisiche e psichiche idonee all’agire». E con freddezza. La donna, ricostruisce il giudice nel provvedimento, si era «procurata gli attrezzi per scavare la buca. Poi aveva individuato un luogo impervio e isolato dove seppellire il cadavere». Inoltre, «uscendo da casa in compagnia della figlia ancora viva, aveva portato con sé un coltello e ben cinque sacchi della spazzatura necessari per la completa esecuzione del delitto». Ha poi «occultato l’arma e posto in essere la condotta di lucido depistaggio».

Poi «dopo essersi ricomposta» ha messo in scena «un lucido depistaggio» simulando un inesistente sequestro di persona da parte di commando armato.

Secondo un’ipotesi investigativa, che ha trovato maggiore consistenza dopo accertamenti medico legali, Elena sarebbe stata colpita dopo che la donna, forse perché le è mancato il coraggio, le ha coperto la testa con una busta. Infierendo su di lei con quasi una ventina di coltellate. Ma al Gip, durante l’interrogatorio, dice «non ricordo bene» il momento del delitto, perché, sostiene, «ero girata e non volevo guardare».

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