Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto un impianto di pacemaker. L’operazione è avvenuta all’Ospedale Santo Spirito di Roma. Si è trattato di un intervento minimamente invasivo. Dopo 48 ore infatti, si può ritornare alla vita di sempre.
Le condizioni cliniche del Presidente Mattarella
“E’ un intervento minimamente invasivo: in 48 ore si torna alle proprie attività quotidiane, senza particolari limitazioni.”
Il Professor Niccolò Marchionni, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, commenta così l’intervento a cui è stato sottoposto il Presidente Mattarella. L’impianto del pacemaker è infatti un intervento poco invasivo, che permette il recupero in breve tempo. Dopo due giorni, si possono riprendere le attività quotidiane. Il Presidente Sergio Mattarella ha trascorso una notte tranquilla nel reparto di cardiologia e le sue condizioni sono stabili. Il Quirinale ha fatto sapere che il Presidente riprenderà presto le sue attività istituzionali, compatibilmente con il decorso post-operatorio. Mattarella sarà comunque monitorato prima delle dimissioni, essendo un soggetto fragile per la sua età.
Pacemaker: che cos’è e come funziona
Ogni anno, 50mila italiani si sottopongono all’impianto di pacemaker. Si tratta di un dispositivo elettrico, posizionato in genere nel torace, che rileva le anomalie del ritmo cardiaco. Il pacemaker controlla eventuali disturbi del cuore, come anomalie del ritmo che possono portare a un aumento o riduzione della frequenza. Inoltre, il pacemaker interviene in caso di anomalie del ritmo cardiaco, lanciando impulsi elettrici che stimolano la contrazione cardiaca. Viene impiantato soprattutto negli anziani.
“Abbiamo delle cellule pacemaker naturali” spiega Marchionni, “che regolano il ritmo cardiaco. Quando queste o le vie di conduzione non funzionano più, si ricorre al pacemaker artificiale’.
L’intervento di impianto del pacemaker
L’intervento per l’impianto del pacemaker prevede una piccola incisione sotto la clavicola. Da lì si crea una tasca dove viene alloggiato il dispositivo. E’ tra gli interventi con il miglior rapporto rischio-beneficio in cardiologia. Il rischio è minimo e i benefici sono altissimi. L’impianto del pacemaker infatti può essere risolutivo per molti disturbi del cuore, come aritmie o disturbi del ritmo legati all’età, ad esempio nel caso di Mattarella. Il modello più comune è il pacemaker bicamerale. Il modello bicamerale è formato da due elettrocateteri posizionati uno nell’atrio destro e uno nel ventricolo destro. Serve a mantenere una sincronizzazione tra atri e ventricoli, ed a contribuire al supporto della pompa cardiaca.
Pacemaker: gestione nel tempo
Per i portatori di pacemaker è importante fare controlli annuali. I controlli annuali servono a verificare lo stato della batteria e il corretto funzionamento del dispositivo. Inoltre, indicano quanto tempo funziona il pacemaker rispetto al totale degli stimoli, e se ci sono stati episodi di fibrillazione o aritmia. I controlli sono utili poi a verificare la carica residua del dispositivo. La durata della batteria dipende dall’utilizzo del dispositivo. Se funziona 24 ore al giorno, allora in genere viene sostituito ogni 3-4 anni. La sostituzione avviene con un intervento ambulatoriale, in anestesia locale, senza bisogno di ricovero. I portatori di pacemaker inoltre possono viaggiare. E’ possibile portare con sé un certificato che attesti di essere portatore di pacemaker, e così si può avere accesso anche a percorsi privilegiati.