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“Il loro omicidio deciso a Secondigliano”, la regia di un clan dietro la morte di Palumbo e Mele

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Biagio Palumbo e Antonio Mele, uccisi nel febbraio 2018, avrebbero pagato con la vita i malumori del primo, scontento della gestione degli appalti al Policlinico. Racket che sarebbe passato dai Lo Russo (vecchio clan di appartenenza di Palumbo) ai Licciardi con quest’ultimi che non avrebbero voluto corrispondergli una quota. C’è anche questo retroscena nell’ordinanza di custodia cautelare che il mese scorso ha portato all’arresto di 40 persone e che ha smantellato di fatto il gruppo Cimmino del Vomero (leggi qui l’articolo) alleato agli stessi Licciardi della Masseria Cardone.

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Il ruolo di Palumbo e le pretese del ras

Il particolare, secondo la Procura, emergerebbe in una serie di intercettazioni captate a casa di Andrea Basile, reggente dei vomeresi, in cui un portavoce del clan Stabile avanzerebbe la richiesta di ‘associarsi’ a Biagino nella gestione del Policlinico. Il riferimento a Biagino riconduce a Palumbo. Quest’ultimo, secondo le ricostruzioni investigative, pretendeva il ripristino delle spettanze illecite provenienti dall’ospedale Nuovo Policlinico transitate, dal giugno 2017, dai Lo Russo proprio ai Licciardi. Secondo la Procura proprio in tali pretese andreebbe ricercato, più che verosimilmente, il movente del duplice omicidio avvenuto a Miano.

 

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