“Adesso ho paura anche di camminare per strada, perché potrei incontrare un animalista. Sono stata descritta come una persona cattiva che ho seviziato gli animali: io ho soltanto alzato il polpo per mostrare un articolo fresco. Non l’ho seviziato né maltrattato: ho una sensibilità, cosa che loro non hanno avuto nei miei confronti”, ha dichiarato Carmela Fabbraro, conosciuta sui social come la ‘pescivendola più bella d’Italia, ai microfoni della trasmissione Mediaset.
“Sono entrati con violenza nella mia pescheria mentre noi lavoravamo: i Carabinieri li ho chiamati io, perché per oltre un’ora non mi facevano lavorare. I clienti se ne sono andati via, alle chiamate che arrivavano per prenotare del pesce non potevo rispondere, perché loro continuavano a puntarmi il dito come se fossi veramente un criminale”, ha continuato la venditrice.
Bloccato l’account social della “Pescivendola più bella d’Italia”, cos’è successo
Bloccato il profilo TikTok dells “Pescivendola più bella d’Italia”. Dopo l’intervento prima della troupe televisiva de “Le Iene” e poi dei carabinieri, all’interno dell’attività che vantava quasi 300mila followers sul social cinese, l’account di Carmela e Luigi Febbraro è stato bloccato.
A spiegare cos’è accaduto, attraverso un nuovo profilo su TikTok, Luigi, il marito di Carmela. Queste le sue parole: “Evidentemente davamo fastidio a qualcuno. Ci tengo a precisare che non abbiamo mai maltrattato gli animali, ma solo mostrato quello che vendiamo”. Con il nuovo account appena creato, i due commercianti sperano di avere quantomeno la stessa fortuna riscossa col precedente, fresco bloccato.
Lo scorso martedì, il 10 novembre, era arrivata all’interno dell’attività la troupe de “Le Iene”, nelle vesti del giornalista Filippo Roma e accompagnato dall’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi: l’intento del programma di Italia Uno era verificare effettivamente le condizioni dei polpi e degli altri animali presenti e messi in vendita nella pescheria, con i quali spesso marito e moglie interagiscono nei video postati sui social.
Era stato Luigi Febbraro a richiedere l’intervento dei carabinieri nell’esercizio commerciale di Casoria, dal momento che, a suo dire, la troupe televisiva “non gli permetteva di svolgere regolarmente il proprio lavoro”.