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venerdì, Luglio 4, 2025
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“Vendo pezzotti alla faccia vostra”, intercettata la banda dei pirati Iptv

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Era riuscita ad accaparrarsi il 40% dello share illegale con “Italia Tv”, la web pirata scoperta e bloccata oggi dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Napoli che, in collaborazione con il Nucleo Frodi Tecnologiche di Roma, ha arrestato il principale artefice del progetto, un ragazzo di appena 23 anni, che agiva avvalendosi di due complici. Si tratta di un 30enne nato in Ucraina e un napoletano di 44 anni, per i quali il Gip Maria Luisa Miranda ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Questi ultimi, tra l’altro, si occupavano anche di procacciare i clienti.

“Vendo pezzotti”

Tra di loro, scherzando, si mostravano pienamente consapevoli dell’illegalità del loro operato, come quando hanno simulato l’invio di un esposto ai finanzieri a firma dell’ucraino, nel quale volevano scrivere: “...sono ucraino e vendo pezzotti a quantità industriale alla faccia vostra…“.

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Sempre in tono scherzoso dicevano tra loro “mi verrai a trovare a Poggioreale per favore?”.
Sui server, sequestrati oggi dai finanzieri in una centrale individuata a Napoli, confluivano contenuti video delle piattaforme di streaming più importanti, come DAZN, Sky, Amazon Prime Disney+ e Netflix.

Trovata lista dei clienti

Bloccati anche i contenuti pedopornografici trovati dai militari, per i quali era necessario pagare a parte e che venivano veicolati via chat. Solo al giovane arrestato viene contestato, tra l’altro, il reato di autoriciclaggio. Una parte della lista dei clienti è stata estrapolata dai finanzieri dai contatti trovati nel suo cellulare.

Iptv illegale

Le indagini dirette da questo Ufficio di Procura – Sezione III, Criminalità Economica – hanno consentito di accertare che il promotore del sodalizio, celandosi dietro un’identità fittizia, promuoveva sul web e sui social network una IPTV illegale, utilizzata per trasmettere palinsesti, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento delle principali piattaforme di streaming. A tal fine, egli si avvaleva di due sodali che reclutavano i clienti e fornivano loro assistenza.

Identificati 6mila clienti

Complessivamente, sono stati identificati oltre 6.000 utenti privati che avrebbero fatto accesso ai contenuti multimediali non autorizzati attraverso 46 siti web, di cui 19 inibiti nel corso delle indagini e 27 oggetto di sequestro in data odierna. Tra questi ultimi, figura anche il “sito madre”, ossia il link che, mediante un complesso sistema di re-indirizzamento, portava gli utenti ad un nuovo indirizzo web allorquando la pagina originale non era più esistente in rete.

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