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venerdì, Luglio 4, 2025
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Racket a Giugliano, omertà e collaborazione durante le indagini sul clan Mallardo

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Da una parte le vittime ed i dipendenti delle imprese estorte che collaborano con le forze dell’ordine, dall’altro c’è stato anche chi, in modo omertoso, non ha aiutato gli agenti mentendo sul funzionamento delle telecamere. Il retroscena emerge dall’inchiesta sul racket a Giugliano che ha portato all’arresto di Arturo Scala e Vittorio Borzacchelli. I due si presentarono su 3 cantieri intimando alle vittime di presentarsi dagli amici di Giugliano per pagare. “Già è la seconda volta che vengo, non mi fate più venire, mettetevi apposto con i compagni che domani mattina non mettete proprio mano, arrivederci e buon appetito”. Questa una delle frasi captate dagli inquirenti.

I due sono stati incastrati sia dalle immagini del sistema di videosorveglianza private che da quelle del Comune. Dai video si vede uno scooter blu, un soggetto munito di casco nero e vestito con maglia chiara a maniche corte, pantaloncini, scarpe nere e borsa a tracolla,
vestito quindi in modo identico al soggetto entrato nel cantiere, che nel transitare davanti alla palazzina interessata si volta a guardare il cantiere. Il soggetto, dopo aver fatto manovra, parcheggia nei pressi della palazzina dove si stavano svolgendo i lavori, si toglie il casco per indossare la mascherina “anti covid” bianca, visibile sulla sella (verosimilmente al fine di celare maggiormente il volto’) per poi rimettere il casco e dirigersi in direzione del cantiere

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Quando la polizia chiese la collaborazione al titolare di un negozio adiacente al cantiere per estrapolare immagini utili per le indagini, la donna dichiarò in modo falso che il sistema di videosorveglianza non funzionava.

A carico di Borzacchelli risultano condanne per tentata rapina, furto ed
estorsione in concorso. Dai collaboratori di giustizia viene indicato come appartenente al clan Mallardo. Si evince che ‘o nasone, così come era chiamato Borzacchelli, era una sentinella del clan e cognato di Sabatino Martino detto l’imbianchino, esperto nel settore delle scommesse sportive e del ritiro delle estorsioni delle macchinette, prima appartenente al gruppo di via Cumana di Raffaele Mallardo e poi a quello della fascia costiera. 

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