Pinto Francesco del 2003 e Nocerino Annamaria del 1993 erano stati arrestati, insieme ad Allinoro Luciano del 1983, perché gravemente indiziati a vario titolo per la rapina di un prezioso orologio (un Richard mille da due milioni e mezzo di euro) compiuta a Viareggio il 18 aprile dello scorso anno ai danni del noto pilota di Formula uno della Ferrari, Charles Leclerc, nonché di una ulteriore tentata rapina di un Rolex daytona di 40mila euro.
Il GUP di Lucca aveva emesso una pesante sentenza di condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno per Allinoro e Pinto e a 6 anni e 5 mesi di reclusione per Nocerino.
La Corte di Appello di Firenze, prima sezione penale, accogliendo le argomentazioni difensive, ha ridotto la pena a 7 anni e 4 mesi per Pinto Francesco, agli arresti domiciliari per questa causa (difeso dall’avvocato Luigi Poziello) e a 4 anni e 8 mesi per Nocerino, agli arresti domiciliari per questa causa (difesa dall’avvocato Sara Piccini). Sentenza confermata per Allinoro Luciano.
I fatti
NAPOLI – Rapina dell’orologio al pilota Charles Leclerc, arrestate quattro persone. Ieri mattina i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Viareggio, in provincia di Lucca, supportati da militari del comando provinciale di Napoli, di Caserta e di Milano, hanno tratto in arresto quattro persone, tre uomini ed una donna, in quanto destinatari di una misura cautelare restrittiva richiesta dalla Procura della Repubblica ed emessa dal gip del Tribunale di Lucca. I quattro soggetti sono indagati a vario titolo per la rapina di un prezioso orologio compiuta a Viareggio il 18 aprile dello scorso anno ai danni del noto pilota della Ferrari Charles Leclerc. Secondo l’accusa, i responsabili del ‘colpo’ sono Luciano Allinoro, 39enne del centro storico (già detenuto nel carcere milanese di Opera), Annamaria Nocerino, 29enne di Ponticelli (figlia di uno storico affiliato al clan Sarno), e Francesco Pinto, 19enne originario di Mondragone e residente a Giugliano.
Le indagini
L’indagine condotta dai carabinieri di Viareggio, protrattasi per diversi mesi, ha consentito di ipotizzare la riconducibilità ai soggetti destinatari del provvedimento cautelare tanto l’ideazione che l’esecuzione materiale della rapina ai danni di Leclerc, consistita nella sottrazione di un orologio Richard Mille, modello unico, di valore stimato di 2,5 milioni di euro. L’attività investigativa si è sviluppata mediante attività tecniche, con l’acquisizione di numerosissime immagini di videosorveglianza – sia pubblica che privata – e l’escussione di vari testimoni con contestuali individuazioni fotografiche, e ha consentito di ipotizzare la riconducibilità della condotta – oltre ai due autori materiali della rapina, Stefanoni e Pinto, che utilizzavano uno scooter di grossa cilindrata, intestato ad un prestanome – anche da altri due soggetti che avevano concorso nel reato e segnatamente Allinoro e Nocerino, che viaggiavano a bordo di un Suv locato presso un autonoleggio di Napoli. In particolare, si ipotizza che Allino e Nocerino abbiano fornito supporto ai complici che viaggiavano sullo scooter occupandosi dapprima del pedinamento della vittima, avvenuto da Forte dei Marmi fino a Viareggio, e poi agevolandone la fuga impedendo alla parte offesa – con varie manovre – di inseguire i presunti complici negli istanti successivi alla consumazione del reato. Gli indagati, dopo il ‘colpo’, ripartirono subito alla volta di Napoli.
Due rapine in una sera
Nella stessa notte in cui fu rapinato Leclerc a Viareggio una giovane coppia, residente a Lucca, mentre transitava a piedi per le vie del centro storico di Forte dei Marmi, sarebbe stata aggredita da Pinto, il quale con violenza e percosse avrebbero cercato di strappare dal polso del ragazzo un orologio del valore di 40mila euro, senza peraltro riuscire nell’intento. Intanto, stando alla ricostruzione dell’accusa, Stefanoni faceva da palo. Allinoro e Pinto avrebbero già ‘lavorato’ assieme nell’agosto del 2021. All’epoca Pinto non aveva ancora compiuto 18 anni. I due rispondono anche di un’altra rapina. Mancavano quindici minuti all’1 del 2 agosto e nel mirino della coppia finì un manager d’azienda di origini inglesi, in vacanza in Italia. Pinto, stando all’accusa, chiede al manager, in inglese, di consegnarli l’orologio e al diniego della vittima scese dallo scooter condotto da Allinoro, afferrò con forza il turista ed, estratta una pistola, con il calcio della stessa lo colpì alla testa sparando un colpo a salve. Allinoro, intanto, gli sfilò l’orologio dal braccio, un Pathek Philippe da 80mila euro.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.