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Rapina da 52mila euro all’ufficio postale, i tre indagati di Giugliano si difendono: “Siamo innocenti”

Rapina da 52mila euro all’ufficio postale, i tre indagati di Giugliano si difendono Siamo innocenti
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Sono stati tratti in arresto la scorsa settimana, indagati per rapina aggravata consumata, sequestro di persona, furto di autovettura, porto e detenzione di arma. I tre indagati, all’interrogatorio di garanzia dinanzi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno dichiarato la loro estraneità ai fatti contestati.

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Si tratta di Luigi Granata e Salvatore Pugliese (difesi da Luigi Poziello) e Palma Paolo (difeso da Salvatore Cacciapuoti)
Il 13 dicembre 2021, i tre soggetti, pistole in pugno e volto travisato, facevano irruzione nell’ufficio postale di Riardo, minacciando clienti e dipendenti presenti in quel momento. Sotto la minaccia delle pistole, i tre costrinsero la direttrice a consegnarli il denaro presente in quel momento nell’ufficio postale, compresi i soldi custoditi negli sportelli automatici: il bottino fu di 52mila euro. Dopo aver chiuso tutti i presenti nella sala d’attesa, i tre riuscirono a fuggire, facendo perdere le proprie tracce.
Pugliese Salvatore è stato assolto a formula piena dal Tribunale di Napoli Nord dalle rapine al Deco ed all’Eurospin, mentre Granata non era nemmeno indagato. Granata e Pugliese sono stati assolti dal tribunale di santa Maria Capua Vetere per la rapina all’ufficio postale di Curti.

Il colpo e i precedenti

I tre nei giorni precedenti il colpo effettuano sopralluoghi nella zona. Poi, con l’utilizzo di auto rubate per lo scopo, si recano all’ufficio postale all’orario di apertura, riuscendo ad introdursi con il responsabile o qualche dipendente. A Riardo la direttrice viene minacciata con una pistola e costretta a dare loro i soldi presenti in cassa: 52mila euro. Una volta messa a segno la rapina la banda si dilegua a bordo delle auto, lasciate nelle immediate vicinanze.
I carabinieri hanno visionato filmati, incrociato tabulati telefonici, svolto intercettazioni ed ascoltato testimoni. Un’indagine durata più di due anni e che ha consentito di individuare nei tre arrestati i responsabili del colpo. Per due di loro si sono aperte le porte del carcere, un terzo è stato ristretto ai domiciliari.

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