Un omicidio in cui sarebbero coinvolti i vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Quello di Giuseppe Scuotto, capozona dei Contini per il Vasto, ucciso nel maggio del 2000. Per quel delitto qualche giorno fa sono finiti in manette i ras Antonio Muscerino ‘o biond (in quota Contini) e Gennaro Cirelli detto ‘Gerry’ (uomo di punta del clan Licciardi). Come ricostruito dagli inquirenti nelle oltre 150 pagine di ordinanza di custodia cautelare l’omicidio Scuotto fu decretato nell’ambito di un’epurazione interna al clan, decisione presa per il timore che Scuotto (che aveva già manifestato una sorta di autonomia dalle decisioni del gruppo) potesse pentirsi. Circostanza quest’ultima confermata anche da Luigi Giuliano, l’ex re di Forcella, che con le sue dichiarazioni ha permesso agli inquirenti di scavare a fondo nella vicenda, episodio in cui sono tirati in ballo anche i vertici dell’Alleanza di Secondigliano. In un verbale del febbraio 2003 Giuliano riferì:«Conoscevo Peppe Scuotto, so che si voleva pentire. Quando lo portarono in ospedale per un ricovero fu portato lì dai carabinieri perchè aveva manifestato la volontà di pentirsi. Quindi mandai subito l’imbasciata a Maria Licciardi e la stessa si recò presso l’ospedale Monaldi fuori al quale bloccò la moglie di Scuotto dicendole:’Riferisci a tuo marito di non pentirsi’, raccomandandosi che egli non combinasse questo guaio con le solite minacce e le solite promesse di denaro. La donna, allora, andò dal marito, che dopo aver conferito con lei, disse ai carabinieri:’Riportatemi in carcere perchè non voglio più collaborare’. I carabinieri non riuscirono a spiegarsi questo cambiamento».
I ringraziamenti di Maria Licciardi a Luigi Giuliano
Secondo la ricostruzione dunque i Contini evitarono in questo modo che il ras potesse pentirsi. Come rivelato dallo stesso Lovigino più tardi sarebbero addirittura arrivati i ringraziamenti di Maria Licciardi:«Nel corso degli anni nel parlare con Maria Licciardi, lei mi ringraziava sempre per questo fatto e mi diceva:’Se tu non ci avessi mandato quell’imbasciata, avrebbe combinato un guaio a tanti di noi, avrebbe fatto un macello». L’ex boss di Forcella ha poi spiegato che il clan aveva maturato l’intenzione di uccidere Scuotto. A precisa domanda del pubblico ministero di chi gli avesse manifestato tale intenzione Giuliano infatti rispose:«Maria Licciardi, Bosti, Contini, Eduardo Morra. Quel fatto era rimasto impresso, la moglie cerca soldi, appena esce lo uccidiamo. Voglio precisare che noi ci dicevamo queste cose quando stavamo seduti a tavola».