Come vi sentireste se vi dicessero che la meta più importante del vostro lungo viaggio, è stata “temporaneamente” prelevata per essere ristrutturata? Questo è ciò che è accaduto alle migliaia di turisti in giro oggi per Napoli. La famosissima e amatissima finestra di Maradona è stata infatti presa e portata via dai Quartieri Spagnoli per un nuovo restyling.
Tutti alla ricerca di Diego
La delusione tra i turisti è stata grande, tutti erano alla ricerca di Diego e della sua finestra, che è diventata negli ultimi anni un simbolo della cultura partenopea e un culto per tutti gli appassionati di calcio del globo. Come un vero e proprio patrimonio della nostra civiltà, la finestrella si deve preservare prestando massima attenzione alle sue condizioni. Proprio per questo si è deciso di portala via dagli occhi di tutti per cercare di sistemarne il colore e la freschezza.
Un restauro a cura di un vero Napoletano
Il restauro è stato affidato ad un vero napoletano, Salvatore Iodice, un falegname e artista dei Quartieri Spagnoli che già anni fa si era prodigato con il suo personale progetto Riciclarte per salvare la bellezza artistica della nostra amata città.
“L’ intervento è necessario per i danni di pioggia e umidità” ha riferito l’artigiano che adesso, nel suo laboratorio di arte e falegnameria “Miniera”, è alle prese con questo gran pezzo di storia che tornerà , a detta sua, tra pochi giorni al suo posto.
La storia e il significato dell’opera
Il dipinto fu realizzato dal bravissimo Mario Filardi , grazie ad una colletta popolare dopo la vittoria del secondo scudetto. La volontà era quella di rendere Maradona, Napoli e tutta la sua gente eterni nel tempo. Seguirono però poi il fallimento e la gavetta nelle serie inferiori per il Napoli e il murales fu così abbandonato al degrado. Solo dopo una grande risalita della squadra azzurra nella massima serie, il dipinto venne rimodernato per ridargli il colore di un tempo. Quest’ opera, che lancia un messaggio al di là del calcio, rappresenta per tutti i napoletani l’emblema della resilienza e della resistenza partenopea alle sventure della vita che potranno essere anche più forti, ma che mai potranno davvero averla vinta su di loro.
